Il coronavirus travolge l’economia lasciando milioni senza lavoro e mettendo a rischio i conti delle grandi aziende americane. Ad eccezione di Amazon. Mentre la stagione delle trimestrali statunitensi si avvia al calcio di inizio con JPMorgan, il colosso di Jeff Bezos annuncia la creazione di altri 75.000 posti di lavoro che si vanno ad aggiungere alle 100.000 persone gia’ assunte a tempo pieno o part-time nelle scorse settimane. La mossa di Amazon arriva in risposta alla crescente domanda. Con quattro miliardi di persone relegate in casa, gli acquisti online, soprattutto negli Stati Uniti, sono schizzati e Amazon e’ la piattaforma preferita per lo shopping, da quello alimentare a quello per l’abbigliamento passando per film e libri. Da qui la creazione di complessive 175.000 posizioni in poche settimane e la decisione di tendere la mano ai lavoratori, anche per respingere le critiche che hanno sommerso il colosso di Jeff Bezos. Amazon ha infatti aumentato il salario orario dei suoi dipendenti, raddoppiato il compenso per gli straordinari e concesso due settimane di assenza retribuita nel caso si risultasse positivi al coronavirus e si fosse costretti alla quarantena. Tutte mosse per stemperare le tensioni dopo che nelle ultime settimane molti hanno denunciato la mancanza di standard di sicurezza e condizioni di lavoro difficili nei magazzini Amazon.
Per Bezos si tratta di aperture onerose nei confronti dei dipendenti ma propedeutiche a salvare e migliorare la reputazione, anche alla luce dei risultati economici attesi in forte rialzo. Amazon e’, insieme a Walmart, una delle poche aziende immuni al Covid-19 che, invece di rallentarle, ha messo loro le ali. Il virus spaventa invece il resto di Corporate America. A dare il calcio di inizio alla stagione delle trimestrali sono le banche, con Wells Fargo e JPMorgan il 14 aprile. Il giorno seguente tocca invece a Goldman Sachs e Citigroup. Tutti gli istituti hanno previsto una profonda recessione per l’economia americana, con Jamie Dimon – il numero uno di JPMorgan – che ha paventato una possibile sospensione del dividendo se le cose si mettessero veramente male. Per le aziende dello S&P 500 gli analisti prevedono utili in calo nel primo trimestre del 9% rispetto alla stima di un aumento del 6,3% agli inizi di gennaio. “Ci stiamo preparando per la peggiore stagione delle trimestrali della storia recente”, avvertono gli analisti. In attesa dei conti e di capire l’effetto del coronavirus sul sistema finanziario, Wall Street cala appesantita anche da un non convincente accordo dell’Opec+ sul taglio della produzione di petrolio. Una riduzione da 9,7 milioni di barili al giorno non ritenuta adeguata a far fronte al calo della domanda.
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