Quarant’anni fa moriva Alfred Hitchcock, un innovatore della settima arte che ha cambiato radicalmente il cinema. Espedienti tecnici e narrativi, escamotage tecnici che hanno fatto del regista un vero maestro del brivido.
Domani 29 aprile ricade l’anniversario della sua scomparsa (29 aprile 1980) ed è un dovere ricordarne la figura.
Famoso è diventato il suo MacGuffin: un espediente che consiste nell’introdurre un oggetto o un mezzo all’interno del film che dia dinamicità alla trama anche se il suo sviluppo risulta ininfluente ai fini della storia, ma indispensabile perché la narrazione si evolva. L’effetto Vertigo è una carrellata in avanti con zoom all’indietro che permette con la sola telecamera di creare un senso di angoscia e vertigine.
Altra grande intuizione del maestro è stata quella di dare doppiezza ai suoi personaggi. Oltre al doppio vero e proprio, fatto di scambi e duplicazioni come in Psycho, è necessario citare come tra bene e male, colpevoli e innocenti, il regista britannico non faccia una distinzione così netta. Non esistono eroi e antagonisti.
Inoltre negli intricati film di Hitchcock non vi è solo cupezza, oscurità o tensione, molto spazio è lasciato all’umorismo. Una verve ironica che investe tutti i personaggi i quali riescono a parlare di avvenimenti particolarmente drammatici in modo scanzonato e leggero. Ognuna di queste invenzioni, e ce ne sarebbero ancora altre da citare, hanno influenzato future generazioni di registi: Tarantino uno di questi. Ma anche Matt Groening quando ha realizzato i Simpson; Brian De Palma e Dario Argento che hanno utilizzato le pellicole del maestro britannico come modello per molti loro film. La Nouvelle Vague, un insieme di citazioni hitchcockiane e cineasti, quali Steven Spielberg, Woody Allen, Ridley Scott, Tim Burton e Martin Scorsese hanno spesso omaggiato la maestria tecnica di Alfred Hitchcock.
Articolo pubblicato il giorno 28 Aprile 2020 - 12:03