Nella sua autobiografia, con il suo solito humor, Woody Allen si racconta dispiaciuto per “Aver dovuto dedicare tante pagine alla falsa accusa di cui sono stato vittima, ma la cosa ha portato acqua al mulino dello scrittore, aggiungendo un suggestivo elemento drammatico a una vita altrimenti abbastanza banale”.
‘A proposito di niente’, uscito oggi in formato digitale in anteprima mondiale per ‘La nave di Teseo’, è dedicato in buona parte alla replica alle accuse di molestie mossegli da Mia Farrow e dalla figlia Dylan. L’altro figlio della coppia (unico naturale), Ronan Satchel Farrow, giornalista e paladino del movimento MeToo è diventato il grande accusatore di Allen riuscendo a bloccare la pubblicazione dell’autobiografia da parte del Gruppo Hachette. Ora un altro editore è subentrato negli Usa per dare voce al famoso regista. Intanto comincia a raccontare la sua storia in Italia utlizzando la forma letteraria: un libro ricco di aneddoti, acuto. E’ la prima volta che Woody Allen scende nel dettaglio delle accuse di molestia e si difende accusando. Ovviamente Mia Farrow, colpevole a suo dire di aver plagiato di due figli piccoli – Dylan di 7 anni, convincendola che era stata molestata dal padre adottivo, e Ronan di 5 anni a cui aveva fatto “il lavaggio del cervello” convincendolo che il padre era un orco – che si era voluta vendicare del tradimento di Allen con la figlia adottiva Soon-Yi.
“La gente crede in quello in cui ha bisogno di credere, per motivi di cui a volte non si rende conto”, scrive Woody Allen. “Se ne ho scritto è solo perché nella mia vita ha avuto una parte così drammatica. Spero che darà coraggio alle persone oneste che hanno fatto la scelta giusta schierandosi dalla parte della verità”. Quindi spiega perché, pur venendo attaccato, di rado abbia replicato o sia sembrato troppo sconvolto. “Bene, se l’universo è un caos maligno e insensato – scrive – che importanza può avere una piccola, falsa accusa nell’ordine delle cose? In secondo luogo, essere un misantropo ha i suoi vantaggi – la gente non può mai deluderti. Per finire, se sei innocente hai una prospettiva molto diversa rispetto a come vedresti le cose se fossi colpevole. Anziché temere le indagini, non vedi l’ora che vengano fatte, perché non hai niente da nascondere. Sei felicissimo di fare il test della macchina della verità anziché scansarlo”.
Aggiunge: “Non essendo mai stato interessato a quello che verrà dopo di me, che cosa posso dire? Ho ottantaquattro anni; sono quasi arrivato a metà della mia vita. Alla mia età, ormai ho poco da perdere. Non credendo in un aldilà, non vedo che cosa possa cambiare se verrò ricordato come un regista o come un pedofilo. Chiedo solo – e qui esce fuori il Woody Allen che tutti conosciamo – che le mie ceneri vengano sparse vicino a una farmacia”.
Nell’autobiografia Allen non se la prende mai con i figli. Anzi, li giustifica. Dylan, “E’ cresciuta con la convinzione assurda di essere stata vittima di molestie. E lo stesso e successo a Satchel. Bambini di sette e cinque anni, facilmente suggestionabili e dipendenti unicamente da una madre manipolatrice”. Poi cita la ‘lettera aperta’ scritta da Dylan in cui sosteneva che il padre adottivo l’aveva molestata. Una lettera scritta, secondo Allen, col solo scopo di gettare fango su di lui come da indottrinamento della madre. Da quella lettera sono iniziati i guai per Woody Allen.
Per quanto riguarda il figlio Ronan Satchel Farrow, Allen lo definisce come un paladino del diritto delle donne di far sentire la propria voce, “ma, quando Soon-Yi (sorellastra e moglie di Woody Allen da oltre 20 anni) ha raccontato la propria versione dei fatti, non gli è piaciuto quello che ha sentito. A lui, certo, sta bene che le donne dicano la verità, basta che sia la verità approvata dalla mamma”.
Non manca un’amara considerazione: “Tanti, nel mondo dello spettacolo, dicevano in privato, a me e ai miei amici, di essere allibiti per l’ingiusto e disgustoso trattamento che ricevevo dai media, e che erano dalla mia parte; ma quando poi si chiedeva loro perché stessero zitti, ammettevano di temere ripercussioni sul lavoro”.
‘A proposito di niente’, disponibile su tutte le piattaforme autorizzate al prezzo di 15.99 euro, dal 9 aprile dovrebbe arrivare anche nei negozi al prezzo di 22 euro.
Articolo pubblicato il giorno 24 Marzo 2020 - 09:27