Le difficoltà dell’Ospedale Maresca di Torre del Greco. Medici ed infermieri a combattere come in trincea una difficile guerra. Doveva chiudere i battenti la struttura appena poche settimane fa poi l’emergenza COVID19 ha riportato l’attenzione sulla necessità che la struttura rimanga aperta. Tuttavia la struttura è aperta ma difficoltà enormi ad andare avanti in questa grave crisi pandemica. Il Pronto Soccorso dell’ospedale Maresca continua, infatti, non solo a funzionare come un normale pronto soccorso e ad accogliere i pazienti non affetti da Coronavirus, ma anche i pazienti sospetti di avere la SARS-COV2, perché sintomatologici (tosse, febbre, difficoltà a respirare) ma non ancora in possesso dell’esito del tampone. A Boscotrecase, infatti, vengono accolti solo pazienti con diagnosi certa, quelli che hanno già avuto la positività al tampone. Da qui il problema: l’esito di un tampone può arrivare anche dopo 4 o 5 giorni e nel frattempo chi necessita di accedere al pronto soccorso dove va? Va a Torre del Greco, che si ritrova a dover affrontare l’emergenza COVID19 pur in assenza degli adeguati mezzi. Mascherine, tute, vengono, infatti, distribuite prioritariamente e comprensibilmente a Boscotrecase, sebbene anche lì abbiano le loro difficoltà.
A Torre del Greco il personale sanitario ha dovuto reinventarsi. È stata predisposta un area cosiddetta “sporca”, per pazienti sospetti di essere contagiati, ed un area “pulita”, per tutti gli altri pazienti, ognuna con il suo codice verde, giallo e rosso. Tuttavia non si dispone ancora di un robot come a Boscotrecase, per la pulizia degli ambienti. La situazione in cui lavorano i medici è critica, frutto di anni di malapolitica. Pochi medici, addirittura solo 6 a doversi alternare in pronto soccorso. Tuttavia i medici e gli infermieri non sono stati aumentati di organico ma hanno diviso quei pochi che c’erano. Attualmente l’organico degli infermieri risulta ridotto: alcuni sono in quarantena ed altri in malattia. Quando si è in emergenza, solo 2 infermieri sono presenti in pronto soccorso e divisi: uno lavora esclusivamente nella zona covid. Andando oltre le sue potenzialità, il pronto soccorso al massimo 7 pazienti covid per volta, ma con forti difficoltà e in condizioni assolutamente critiche. Già perchè anche se Torre del Greco non è ospedale Covid, e non possiede una terapia intensiva, comunque ha anche pazienti affetti da questo terribile virus. Nella odierna giornata ad esempio sono presenti 4 pazienti covid: 2 intubati e 2 attaccati ad ossigeno con maschera di Venturi. Tutte le difficoltà di un ospedale covid senza avere le adeguate protezioni e gli adeguati mezzi per fare terapia. L’ospedale intero può intubare al massimo 3 pazienti non avendo presidi e personale a sufficienza. L’organico è ridotto già solo per trattare l’ordinario, in questa fase straordinaria di emergenza l’organico è del tutto insufficiente così come carenti sono i presidi a disposizione. A Torre del Greco mancano addirittura i farmaci: non c’è ad esempio l’azitromicina, un farmaco che già ha mostrato la sua efficacia in azione con l’idrossiclorichina nel bloccare la replicazione del Coronavirus.
Un duro sfogo nei giorni scorsi ha visto protagonista il dott Antonio Braucci che contattato telefonicamente oggi ci ha riferito: “Ce la stiamo mettendo tutta, aggiornandoci, reinventandoci ogni giorno in una veste differente. Gli infermieri lavorano senza sosta. Noi medici spesso ci tratteniamo fuori dall’orario di lavoro. C’è molta solidarietà tra noi tutti, nello scambiarci aggiornamenti e linee guida, nell’aiutare il collega in difficoltà. Ma siamo in pochi. E siamo stremati, fisicamente e psicologicamente. Avremmo bisogno almeno di due medici, cinque infermieri e due operatori socio sanitari per turno, perché dobbiamo portare avanti parallelamente due aree divise del Pronto Soccorso, una di isolamento per i pazienti sospetti, e una “pulita”, cioè non esposta a contagio, che richiedono livelli di protezione del personale e del paziente differenti. Che si prenda una netta decisione, con un’adeguata ma rapida pianificazione: o più forze e mezzi in campo, per diventare anche noi Centro COVID19 nel polo moderno e Ospedale Maresca per tutti gli altri pazienti, ma ripeto, con più uomini e donne che vogliano lavorare davvero, oppure che Boscotrecase si attrezzi per accogliere in PS i pazienti sospetti e poi destinarli ai reparti, in caso di diagnosi positiva, o inviarli a Torre del Greco, Nola e Castellammare per tutte le altre cure”.
Giorgio Kontovas
Articolo pubblicato il giorno 28 Marzo 2020 - 17:28