Una donazione di 10mila euro all’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” a nome di tutti i commercialisti di Salerno: è solo una delle ultime iniziative deliberate dal Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Salerno presieduto da Salvatore Giordano che sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria sta stabilendo, giorno dopo giorno, tutte le azioni utili per fare la propria parte.
Comunicazioni utili per i propri iscritti, confronto con gli Enti pubblici con cui normalmente i professionisti si interfacciano, filo diretto con il Consiglio Nazionale della categoria i diversi fronti battuti dall’Ordine, consapevole che l’attività dei commercialisti non si può fermare.
“Nonostante il clima surreale che stiamo vivendo dovuto alla pandemia e che sta facendo susseguire decreti su decreti tutti i giorni – commenta il presidente Salvatore Giordano – i commercialisti in tutta Italia sono in trincea a verificare i problemi economici del Paese ed a rispondere alle molteplici domande dei cittadini che sono letteralmente spaesati rispetto a ciò che sta accadendo. La nostra categoria è tra quelle che DEVONO continuare a tenere aperti gli studi dovendo provvedere agli invii dei pagamenti e dovendo continuare ad ossequiare le scadenze fiscali che purtroppo non si sono fermate. Siamo ancora in attesa – alle ore 14 del 16 marzo – del decreto ufficiale che sancisca lo slittamento delle scadenze di oggi di cui non solo non si hanno notizie certe, anzi: pare che nelle zone diverse da quelle “ex rosse”, si parli di procrastinare i pagamenti dei contribuenti più piccoli (sotto i 400.000 € se il contribuente effettua prestazioni di servizi o sotto i 700.000 € se effettua cessioni di beni) e di lasciare inalterati i pagamenti dei contribuenti maggiori. Purtroppo il problema riguarda tutta l’Italia ed i provvedimenti di rinvio integrale invece sono stati presi per la ex zona rossa che coinvolge una piccola parte del nostro Paese”.
Il Presidente Giordano evidenzia inoltre un altro dato, il mancato confronto dei decisori politici con la categoria: “Ancora una volta dobbiamo lamentare che, mentre i problemi sanitari sono stati vagliati con gli addetti ai lavori (classe medica), la situazione economica è stata verificata non coinvolgendo a pieno titolo gli unici titolati a poter dare dei consigli, ossia i dottori commercialisti ed esperti contabili”.
In attesa di leggere la stesura definitiva del Decreto governativo sulle misure economiche, il presidente dei commercialisti salernitani rimarca la grande apprensione della categoria e indica la strada che andrebbe intrapresa.
“Purtroppo al di là del problema sanitario, che si sta risolvendo con provvedimenti corretti ancorché molto rigidi, quello economico ci preoccupa in misura rilevante. Se non si opererà in maniera veloce e massiccia, con una forte immissione di liquidità nel sistema, l’Italia fra qualche mese sarà nelle stesse condizioni in cui si trovava nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale. Siamo per misure drastiche che devono ricalcare quelle che sono state prese tra il 1946 ed il 1948 che hanno permesso il rilancio dell’economia Italiana e hanno avviato il boom economico degli anni cinquanta e sessanta. Il programma economico, che passò alla storia come Piano Marshall, prevedeva la concessione di aiuti a titolo gratuito e di prestiti a lunga scadenza con i quali i governi europei potevano acquistare derrate alimentari e prodotti industriali americani utili per rimettere in funzione le aziende europee. Diversamente dagli accordi economici del passato, il piano di aiuti era multilaterale e prevedeva la creazione di un organismo di coordinamento fra i Paesi beneficiari. Il programma americano nato per risolvere un problema contingente, favorì quindi lo sviluppo della cooperazione fra i Paesi europei; le nazioni del Vecchio Continente diedero vita all’Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica, e successivamente all’Unione Europea Pagamenti, per la compensazione multilaterale nei pagamenti in valuta fra i Paesi membri, che furono all’origine delle attuali istituzioni europee. Pertanto, chiediamo con forza che il governo spinga la Comunità Europea ad una maggiore cooperazione e all’emissione di BOND che possano essere acquistati dalle nazioni che hanno subito in misura minima il problema del corona virus e che permettano al tessuto economico nazionale di riprendersi in fretta. Concludo dicendo che i dottori commercialisti ed esperti contabili sono in prima linea a combattere al fianco degli imprenditori per far sì che l’Italia continui ad essere oltre che un Paese meraviglioso una delle maggiori potenze economiche mondiali. CE LA POSSIAMO FARE”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Marzo 2020 - 15:14