Appena inaugurato, ubicato nei Saloni del Museo di Impresa – cosa buona e giusta per tenere i flussi esterni fuori dal Comune – ed era stata subito bufera sul C.O.C., acronimo che sta per “Centro Operativo Comunale”. Il C.O.C. è nelle strategie del Dipartimento della Protezione Civile il Centro Operativo attivato dal Sindaco per la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione. A Pompei, senza Sindaco, è stata una iniziativa Commissariale che si inquadra nelle attività della emergenza attuale. Ma i Consiglieri Comunali Mazzetti e De Martino, criticando la iniziativa, si erano soffermati soprattutto sulla funzione che il C.O.C. dovrebbe svolgere. Come ad esempio, secondo loro, preparare e tenere aggiornata una tabella giornaliera che riporti il numero dei contagi, degli isolati o soprattutto le zone dell’eventuale focolaio. Insomma comunicare tempestivamente e far conoscere le zone pericolose per il possibile contagio. E, dunque, anche le zone dove il manifestarsi di eventuali contagi, sconsiglia di recarsi per la spesa o per altri motivi. I pochissimi e ben sostenuti motivi dell’ultimo Decreto Speranza- Lamorgese. Questa la critica, tutto sommato accettabile e utile se intesa come stimolo in una normale dialettica politico-istituzionale di livello locale.
Io aggiungo per il lettore che deve essere chiaro che in questo momento la tutela della Privacy deve cedere il passo alla Tutela della Salute, bene immensamente più grande. Né vale in questo momento di Turismo zero illudersi che la gente possa non sapere Pompei è stata interessata dal Corona Virus, visto che si lamentano due vittime riconducibili al Corona Virus Covid-19.
Il C.O.C. potrebbe anche raccogliere dalle ASL – o dalle Forze dell’Ordine, o dai Militari già in arrivo nella Città oppure, meglio ancora, da VVUU del Comando locale di Polizia Urbana – la ricostruzione degli spostamenti dei contagiati. Insomma, il C.O.C. dovrebbe fare questo rendendo un Servizio nuovo alla Città di Pompei. Forse è troppo presto per dirlo ma, almeno per il momento, si affacciano all’orizzonte pompeiano altre iniziative sembrano andare nella direzione giusta. Anche grazie al C.O.C. Un a è quella che vede i vertici del corpo VVUU impegnarsi per la spesa ai cittadini impossibilitati a farla da soli, per vari motivi. Un’altra è quella della disponibilità di un gruppo di psicologi e volontari raggrumati intorno a una Cooperativa sociale a interloquire e agire con la cittadinanza bisognosa di ascolto. Insomma, per dirla con levità, Palazzo De Fusco oltre al C.O.C. sta covando anche le… uova della Solidarietà civile emergenziale. Cacofonie lievi a parte e tornando al concreto, ci domandiamo però come abbiano fatto i cittadini pompeiani a contattare il C.O.C. e ad averne risposte. Attraverso i Social? Ma i Social, come si constata ogni giorno, sono anche pericolosi veicoli di disinformazione. Io non so perché non sia stata convocata dal Comune una conferenza Stampa sul C.O.C., nei modi che la Legge oggi consente, cioè con il distanziamento sociale o in teleconferenza da remoto, o anche via Skype. Come ormai si usa fare a tutti i livelli. O semplicemente “velinando” con un breve comunicato i pochi pubblicisti e giornalisti già presenti negli elenchi dell’Ufficio Stampa di palazzo De Fusco. Spero che si faccia in futuro. Ovviamente, senza discriminazione di testate. La cosa certa è che non molti abitanti del centro Città – e io che scrivo sono tra essi – riescono a recepire distintamente gli avvisi pubblici comunicati con altoparlante dall’auto che gira per le strade. Non riesco dunque a immaginare davvero nelle periferie dalle case sparse chi e come riesca e recepire il messaggio ”altoparlato”.
In questa occasione tralasciamo il cahier de doleànces aperto dai due consiglieri Comunali Mazzetti e De Martino, che furono tra gli artefici della sfiducia al Sindaco Amitrano, ”dimissionato” davanti al Notaio, come vuole la Legge. Oggi ci assorbe la solidarietà assoluta nella risposta unitaria al mostro Corona Virus. Alla attività amministrativa potremo far cenno a cuore aperto e a mente libera quando la curva dell’andamento epidemico punterà con decisione verso il basso, verso una normalità che sarà difficile, ma è attesa da tutti.
Federico L. I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 24 Marzo 2020 - 11:12