Una mamma e le sue due figlie in questo tempo sospeso non sono di certo rimaste a guardare: rimboccate le maniche hanno cominciato a cucinare per i senzatetto.
Lei, la mamma, è Flavia Brescia e vive a Montesanto, un quartiere di Napoli, da ieri cucina per chi, in questo momento di emergenza sanitaria, non ha pasti caldi. “Ho un cane ed ero uscita per le sue necessità – racconta all’ANSA – Per la prima volta, mi hanno chiesto cibo e non soldi. Hanno fame”. E così, con una spesa inferiore ai 5 euro, ha comprato pasta, pomodoro, vaschette in alluminio e ha preparato ben 12 pasti con l’aiuto delle sue bambine, di 10 e 9 anni.
“Quando ho detto loro ‘Cuciniamo per chi vive per strada e non ha una casa’, sono state felicissime. Si sono date da fare senza problemi. Sono abituate alla collaborazione dalle esperienze del campeggio. Hanno messo le porzioni nelle vaschette e hanno disegnato dei sorrisi su ogni pacchetto da consegnare. Si sono divertite a fare qualcosa per gli altri, qualcosa di diverso”.
Per la consegna die pasti la signora Flavia ha contattato i ragazzi dello ‘Sgarrupato’, uno spazio riqualificato del quartiere. “Nel giro di un’ora sono venuti a prendere quello che avevo preparato con le mie figlie – spiega – e hanno portato tutto nella tabaccheria di piazza Trieste e Trento, da lì vengono consegnati ai senzatetto. Sarei uscita di casa di persona, se loro non avessero potuto, con tutti i rischi del caso. Loro, però, sono stati prontissimi”.
I ragazzi dello Sgarrupato hanno la possibilità di muoversi grazie alle autorizzazioni per chi fa volontariato. Aderiscono anche alla rete della Spesa sospesa che, da oggi, consegneranno alle persone che si trovano in difficoltà economiche nei piccoli negozi di alimentari del quartiere che aderiscono all’iniziativa.
“Sono una realtà molto radicata a Montesanto – ci tiene a spiegare Flavia – e hanno un quadro più completo delle necessità delle famiglie”. La proposta di Flavia è stata accolta con grande entusiasmo e ora si pensa già ai prossimi passi: cercare di arrivare almeno a due pasti caldi al giorno. L’iniziativa di Flavia e le sue figlie ha fatto in poco tempo, anche grazie ai potenti mezzi social, il giro del quartiere e oltre e da ieri pomeriggio il suo telefono non smette di squillare: “Mi chiedono come fare, mi faccio dire dove abitano, qual è l’indirizzo, cosa e quanti pasti preparano, poi chiamo i ragazzi e comunico loro a che ora e dove devono andare a ritirare i pasti”.
Ma la rete della solidarietà si allarga e “Nella salumeria in via Tarsia, stamattina, per comprare l’occorrente – fa sapere – le due ragazze hanno donato pacchi di pasta e polpa di pomodoro e chi vorrà potrà lasciare un contributo per i prossimi pasti”.
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