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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 16 Novembre 2024 - 13:14
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Napoli, inchiesta sulla sparatoria e la morte del 16enne a Mergellina. Polemiche sulla devastazione al Vecchio Pellegrini

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Napoli. Sarà l’inchiesta della magistratura a fare luce su quanto accaduto nella notte in via Generale Orsini, a ridosso del lungomare di Napoli che porta verso il Maschio Angionio, le forze dell’ordine hanno trovato una pistola. Secondo una prima ricostruzione il giovane 15enne Ugo Rossi morto all’alba all’ospedale Vecchio pellegrini, dove era stato trasportato da alcuni amici.
Il 15enne, armato di pistola e con il volto travisato con scaldacollo e casco, giunto in via Generale Orsini con uno scooter unitamente a un complice, ha tentato di rapinare l’orologio a un 23 enne, che si trovava a bordo della propria auto, in compagnia di una ragazza. La vittima, Carabiniere in servizio in provincia di Bologna, sotto la minaccia dell’arma puntatagli alla tempia, dopo essersi qualificato, ha esploso tre colpi con la pistola d’ordinanza, ferendo il 15 enne, che è deceduto poco dopo in ospedale.

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Le indagini sono in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, con il Pubblico Ministero che è intervenuto sul posto, e affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli.

“Questa notte, dopo il decesso di un sedicenne arrivato in pronto soccorso con ferita da arma da fuoco, il pronto soccorso del presidio ospedaliero dei Pellegrini è stato devastato dai familiari e amici del ragazzo. Un fatto gravissimo per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti“. A stigmatizzare con forza quanto avvenuto nel corso della notte è il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, che durante il sopralluogo all’ospedale della Pignasecca ha constatato gli ingenti danni ad arredi e attrezzature e l’assenza di condizioni igienico-sanitarie conseguenziale ai fatti accaduti. “Sono stato costretto – dice – a chiudere il Pronto Soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori”. Dalle 7.30 l’ASL Napoli 1 Centro ha dovuto dichiarare la sospensione del servizio di pronto soccorso al presidio ospedaliero dei Pellegrini, iniziando contestualmente il trasferimento di otto pazienti presenti al Pronto Soccorso nei reparti dello stesso presidio ospedaliero ovvero – con ausilio del Servizio 118 – in altri ospedali cittadini. Vista l’importanza che tale Presidio Ospedaliero riveste nell’ambito della rete cittadina, i tecnici sono già a lavoro per ripristinare le attività assistenziali al più presto.

Su quanto accaduto al Vecchio Pellegrini è intervenuto anche Lello Pavone, responsabile della Fials ASL Napoli 1 Centro: “Questa ennesima notte di follia accende nuovamente le luci su un fenomeno che anche in piena emergenza coronavirus non accenna a diminuire, le condizioni di lavoro- spiega Pavone- a cui sono sottoposti i colleghi delle aree di emergenza peggiorano sempre di più. I rischi a cui vanno incontro sono sempre più insistenti e pericolosi, bisogna organizzare e pianificare queste emergenze tenendo conto di una specificità tutta napoletana, dove i pazienti e i loro familiari, sono poco inclini al rispetto delle regole anche quando si tratta di rispettare ad esempio un’ipotetica quarantena al proprio domicilio. Bisogna installare presidi di polizia all’interno dei pronto soccorso- conclude- rafforzare e potenziare con nuovo personale, prevedere forti incentivi per chi lavora in queste condizioni e denunciare tutti coloro che si rendono protagonisti di questo scempio”.


Articolo pubblicato il giorno 1 Marzo 2020 - 10:20

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