Il carcere più sovraffollato d’Italia, con oltre 2.100 detenuti reclusi, quello di Napoli-Poggioreale, è il più esposto a rischio di contagio da coronavirus. Per questo da domani mattina si procederà a misurare la temperatura con un termoscanner a tutti i detenuti in arrivo nella casa circondariale, a tutti gli 800 operatori della sicurezza e agli assistenti sociali che sono circa 100. Inoltre sarà misurata a tutti i detenuti già reclusi. Per ora sono ancora bloccati i colloqui con i familiari e i con gli avvocati e questa decisione la notte del 7 marzo ha portato a una rivolta, qui come in altre case di detenzione in Italia.
“Diamo atto all’impegno del direttore del carcere, Carlo Berdini, unitamente al provveditore Antonio Fullone, che hanno fatto istallare all’ingresso il primo termoscanner. Chiedere al personale di restare in servizio oltre il normale orario di lavoro e’ la costante che stiamo registrando e per tale ragione riteniamo che debbano essere messe in campo misure straordinarie di tutela della salute degli agenti che stanno dando dimostrazione di spirito di appartenenza e alto senso del dovere”, sottolineano il presidente dell’unione sindacati di polizia penitenziaria, Giuseppe Moretti, e il segretario regionale della Campania, Ciro Auricchio.
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