“Nella vicenda che riguarda il dott. Cicelyn non vi e’ alcun “attacco alla liberta’ di stampa”, alcuna repressione di “reati di opinione”, nessun “regime fascista” all’opera, nessun “arresto””. E’ quanto si precisa in una lunga nota diramata in serata dall’Asl Napoli 1 Centro. “Un uso piu’ misurato e meno melodrammatico delle parole – si sottolinea – e un esame oggettivo dei fatti conducono a conclusioni diametralmente opposte. Il dott. Cicelyn ha raccontato di avere violato sistematicamente le prescrizioni e i divieti imposti da provvedimenti amministrativi contingibili e urgenti, adottati a tutela della salute pubblica. Anzi, per essere precisi, ha dichiarato di andare “a zonzo” nella citta’ “ogni giorno alle 12,30”, e di farlo “fingendo di fare la spesa”, confidando di sentirsi “al sicuro da eventuali annunciatissime denunce” grazie alla tessera di giornalista “in tasca”. Dunque, a venire in discussione sono condotte, non mere “intenzioni” come, maldestramente, egli cerca oggi di dire. La legge vale per tutti i cittadini, che siano in possesso o meno della tessera di giornalista (a meno di quelli che stanno lavorando in prima linea rischiando in prima persona e senza andare “a zonzo”). Dunque, vale anche per il dott. Cicelyn”. “Per tali violazioni – prosegue la nota – oggetto di spontanea dichiarazione confessoria, la ordinanza n. 15 del 13 marzo 2020, adottata dal presidente della Regione Campania, impone “l’obbligo immediato per il trasgressore di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni, con divieto di contatti sociali”. La Asl, dunque, lungi dall’operare “su chiaro mandato di qualcuno” (affermazione inammissibilmente diffamatoria), si e’ limitata semplicemente a dare esecuzione a provvedimenti adottati in base alla legge (provvedimenti che, circostanza che al dott. Cicelyn sfugge, sono validi ed efficaci, e dunque esecutori, sino a quando non siano annullati o sospesi dal giudice amministrativo, o ritirati dalla stessa autorita’ che li ha adottati).
Ne’ la Asl avrebbe potuto fare diversamente, non essendo possibile accertare che il dott. Cicelyn, mentre andava “a zonzo” due ore per la citta’, non sia entrato in contatto, anche fortuitamente, con fonti di contagio (persone, locali, superfici, e cosi’ via). Lo scopo della ordinanza presidenziale, evidentemente, e’ di evitare il diffondersi del contagio, adottando, a titolo precauzionale, la misura di una temporalmente limitata quarantena (che, come comprende chiunque, e’ cosa del tutto diversa dall’)”. “Se il dott. Cicelyn non era d’accordo con quanto stabilito dall’ordinanza presidenziale – si conclude la nota dell’Asl – avrebbe potuto e dovuto impugnarla (cosi’ come hanno fatto altri cittadini), cosa che pero’ non ha fatto, preferendo violarla sistematicamente, come egli stesso ha ammesso e raccontato con ricca esibizione di particolari. Il dott. Cicelyn, dunque, anziche’ attaccare la Asl per avere applicato la legge (e atti adottati in base a essa), dovrebbe rammaricarsi con se stesso”.
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