ÂÂIl Ministro dellâInterno Lamorgese ha raccolto il nostro allarme su quello che potrebbe accadere nelle carceri in questa nuova settimana. Lo prova la nota del Capo della Polizia Gabrielli che riprende la nostra pressante segnalazione, estesa a tutti i Prefetti e allo stesso Ministro, sul rischio di nuove rivolte nelle carceri italiane. Il banco di prova avverraàdomani lunedià23 con la proroga della sospensione dei colloqui con i familiari che eàstata la molla, per noi il pretesto, delle violente rivolte piuàrecentiâÂÂ. Ad affermarlo eàAldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. che aggiunge: âÂÂla miscela esplosiva eàda una parte la campagna cosiddetta umanitaria che vorrebbe âÂÂsvuotare le carceriâ e dallâaltra i provvedimenti decisi dal Governo in materia giustizia che consentirebbero le misure alternative con gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico destinate a un numero di detenuti decisamente ridotto. Se alla delusione, specie nella popolazione carceraria che ha sulle spalle molti anni di detenzione, quindi appartenente a gruppi di criminalitaàorganizzata, si aggiunge â come scrive il Capo della Polizia â come da noi segnalato da tempo, âÂÂun possibile appoggio esterno da parte delle famiglie dei detenuti e di gruppi anarchiciâ la situazione diventa ancor piuàpreoccupanteâÂÂ.
Dobbiamo purtroppo constatare â dice Di Giacomo â che se Il Dipartimento per la pubblica sicurezza invita prefetti e questori a âÂÂdare impulso allâattivitaàinformativa al fine di acquisire notizie utili a calibrare lâattivitaàdi governo e di gestione dellâordine pubblicoâ nessun provvedimento eàsinora previsto da parte dellâAmministrazione Penitenziaria che, come eàgiaàaccaduto in occasione della prima ondata di rivolte che ha palesato la presenza, espressa da magistrati, di una âÂÂregia occultaâÂÂ, continua a non saper gestire. Câeàuna sola strada per prevenire e per prepararsi a fronteggiare la nuova situazione che si profila: impiegare lâEsercito Italiano, con compiti di polizia, fuori degli istituti penitenziari con compiti di presidio e predisporre gruppi di intervento di polizia penitenziaria dotati di pistola taser per gestire eventuali rivolte nelle carceri. Dovrebbe essere chiaro a tutti che lâarrivo del migliaio di nuovi agenti previsto dal Ministero con il nuovo concorso di reclutamento â da formare in attivitaàpratiche e non da mandare allo sbaraglio â non puoàrisolvere la situazione esplosiva. Al punto in cui siamo â afferma Di Giacomo â non possiamo avere piuàfiducia nellâAmministrazione Penitenziaria e continuiamo a rivolgerci direttamente ai Prefetti anche percheàsia accertato nelle carceri il pieno rispetto delle norme di prevenzione che il Governo ha deciso e che non possono valere solo fuori gli istituti penitenziari. A noi risultano â conclude il segretario del S.PP. â giaàcirca 70 casi di colleghi in servizio nelle carceri dellâintero Paese e una quindicina di detenuti positivi al COVID 19. Numeri che dovrebbero far scattare misure straordinarie per bloccare e prevenire il contagio per evitare unâÂÂemergenza sanitaria con conseguenza catastrofiche.
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