Come già ha fatto qualche giorno fa il Capo dello Stato Sergio Mattarella, anche il Santo Padre Francesco è tornato ad occuparsi della situazione penitenziaria oggi al termine dell’Angelus, recitato per la quarta domenica consecutiva dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Auspico che il suo autorevole richiamo e le sue preoccupazioni – “carceri sovraffollate che potrebbero diventare una tragedia” – non restino inascoltate dalla classe politica del Paese. Al Santo Padre rinnoviamo il nostro ringraziamento, anche per l’impegno al fine di migliorare le condizioni del personale della Polizia penitenziaria che lavora con impegno e sacrificio”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando le parole di Papa Francesco oggi all’Angelus.
Per il SAPPE “il carcere così come è strutturato oggi in Italia va cambiato. Noi crediamo che sia davvero giunta l’ora di affidare al Corpo di Polizia Penitenziaria gli uomini ed i mezzi necessari per assicurare il controllo dei soggetti detenuti ammessi a misure alternative, area penale esterna, permessi premio: parliamo, complessivamente, di più di 11omila persone coinvolte nell’esecuzione della pena in Italia”.
Per Capece “è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria, La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2020 - 19:31