In una settimana al numero 0817955555 attivato dal Comune di Napoli a cui i cittadini in difficolta’ possono richiedere la consegna di generi alimentari sono arrivate circa 700 chiamate, con una media di 100 richieste di aiuto al giorno. Un numero che e’ destinato a crescere con il perdurare della chiusura delle attività commerciali e produttive. Lo stop a tantissime attività che in questi ultimi anni hanno fatto girare l’economia cittadina, in cui sono stati impiegati migliaia di lavoratori anche stagionali, rischia di allargare la platea dei poveri, di ampliare il numero di quanti non riescono ad arrivare alla fine del mese perché la paga su cui fino alla fine di febbraio contavano è venuta meno.
”Il rischio concreto – ha spiegato l’assessore comunale al Welfare, Monica Buonanno, a lavoro a Palazzo San Giacomo – è che si creino nuove fragilità che possono trasformarsi in marginalità, allargando la platea di coloro che sono esclusi dal sistema non solo economico ma anche educativo e sociale. Chi non può permettersi di pagare un fitto è altamente probabile che non possa permettersi di mandare i figli a scuola innescando una catena e un pregiudizio per il futuro”. Difficile avanzare una stima di quanti siano i poveri a Napoli perché c’é una fetta di popolazione che non si rivolge ai servizi sociali che dunque hanno difficolta’ a tracciare e mappare la situazione reale. ”Pensare di tracciare i poveri avendo come unico parametro il reddito – sottolinea Buonanno – non consegna la fotografia del problema perché la povertà è fatta di diversi indici che vanno incrociati. Il dato sul reddito non e’ indicativo”. Volendo tuttavia soffermarsi solo su quanti hanno avuto accesso alla misura del reddito di cittadinanza, i dati del Comune certificano che i beneficiari a Napoli sono circa 130mila.