“Nelle carceri sovraffollate i detenuti si rivoltano impauriti per il diffondersi dell’infezione. Ci vorrebbe un provvedimento che mettesse a domicilio e alle pene alternative tutti coloro la cui pericolosità sociale non è alta e facesse restare in carceri i mafiosi, gli assassini, i corrotti e tutti coloro che si sono macchiati di pene gravi. Ma il ministro grillino Bonafede è un giustizialista e insieme a Salvini ha cancellato la giusta riforma di Orlando. Figuriamoci se pensa di adottare un provvedimento razionale e umano. In assenza di giusti provvedimenti nazionali, anche qui la sanità toscana cercherà di fare tutto il possibile per alleviare sofferenze e tutelare la salute”. Lo scrive su Facebook il presidente della Toscana Enrico Rossi.
“Sembra si stia parlando di amnistia o indulto per i carcerati, dopo i tumulti del weekend scorso. Tante volte mi sono chiesto come si potesse arrivare ad un accordo con i delinquenti”. Lo sottolinea l’ex pm antimafia di Napoli, Catello Maresca, da poco approdato in qualità di magistrato inquirente alla Corte di Appello partenopea. Per Maresca non sarebbe addirittura ipotizzabile “intavolare una qualsiasi forma di trattativa con mafiosi, spacciatori, assassini e rapinatori”, “non si può dare ascolto a chi, anche macchiatosi di reati considerati più veniali, abbia preso parte alle devastazioni delle carceri dell’altro giorno”. Per il magistrato “non si è trattato, infatti, di mere proteste, ma di veri e propri attentati all’ordine democratico dello Stato. Sembravano scene da narcos colombiani. Il drammatico bilancio di morti, feriti e di devastazioni ne e’ testimonianza fin troppo evidente”. Secondo Maresca “l’unica cosa che lo Stato non deve fare è mostrare debolezze e tentennamenti”, sarebbe infatti “un grave errore dare anche vagamente la sensazione di agire per effetto della pressione o peggio del ricatto di delinquenti facinorosi, molto probabilmente organizzati per questo fine”
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Articolo pubblicato il giorno 13 Marzo 2020 - 22:16