Ospedali che si trasformano in Covid hospital, l’impegno ad aumentare i posti letto di degenza e in terapia intensiva, il richiamo in servizio di medici in pensione e il reclutamento straordinario per individuare il personale sanitario e socio-sanitario da impiegare subito. Il piano di rinforzi per fronteggiare l’emergenza coronavirus e’ in piena attuazione nel Salernitano dove molti nosocomi rientrano nella sfera di competenza dell’Asl Salerno e altri in quella dell’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. I dati sui posti letto, pero’, variano di minuto in minuto, in ragione dell’evoluzione dell’epidemia che coinvolge i diversi nosocomi salernitani.
Sono in corso i lavori di trasformazione del plesso ospedaliero da Procida di Salerno in Covid Hospital, con l’attivazione di 114 posti letto a intensita’ di cura crescente di cui 8 posti di terapia intensiva e 6 di sub-intensiva da realizzarsi in 60 giorni. Oltre 80 posti di degenza saranno attivi gia’ dal 30 marzo prossimo. In attesa della realizzazione, l’ospedale Ruggi ha predisposto, per i pazienti affetti dal Covid-19, 9 posti di terapia intensiva e 14 tra degenza (altri 10 saranno disponibili dalla prossima settimana) e sub-intensiva. Tra questi, 3 posti di terapia intensiva sono al pronto soccorso per assicurare cure ai pazienti ritenuti sospetti, in attesa della conferma diagnostica. Da oggi, inoltre, sono attivi altri due posti di terapia intensiva, uno al presidio ospedaliero di Cava de’ Tirreni e un altro a quello di Mercato San Severino. L’Aou Ruggi, intanto, ha pubblicato tre avvisi per il reclutamento di personale medico specialista, di personale in quiescenza e di operatori socio-sanitari (Oss) e ha gia’ richiamato in servizio due medici infettivologi in quiescenza, Luigi Greco e Nicola Boffa.
ASL SALERNO: Il presidio ospedaliero Scarlato di Scafati e’ stato individuato quale Covid Hospital con 62 posti di degenza. Entro la fine di marzo, oltre ai 5 gia’ presenti, saranno attivi ulteriori 8 posti di terapia intensiva, incluso il pronto soccorso Covid-19. Il programma, a regime, prevede che il plesso scafatese possa accogliere, fra positivi e sospetti, fino a 80 pazienti che accederanno al pronto soccorso con ambulanze attrezzate e accompagnate da personale specializzato. Il piano di intervento prevede il coinvolgimento, innanzitutto, dei presidi dotati di posti di rianimazione gia’ attivi, tra cui l’ospedale di Agropoli per il quale il 18 marzo scorso, il sindaco ha annunciato la riapertura che potrebbe avvenire “gia’ tra una decina di giorni”.
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