“In questo momento la nostra principale preoccupazione è la salute di calciatori, arbitri, allenatori, dipendenti e dirigenti del calcio spagnolo. Sono lieto che La Liga abbia cambiato i suoi criteri e che abbia accettato la posizione della Federazione, che dal primo giorno è stata quella di sospendere il campionato fino a quando il governo non ci autorizzerà a riprenderlo”.
Lo ha detto Luis Rubiales, numero uno della Rfef, la Federcalcio spagnola. “Siamo preoccupati per i danni economici e ci stiamo impegnando a fondo sulla questione, ma prima viene la salute”, ha spiegato in un’intervista ad ‘As’. “Quando si tornerà a giocare? La cosa più importante è stata, è e sarà sempre la salute di tutti gli spagnoli. Le competizioni riprenderanno solo quando la salute di tutti sarà garantita e l’integrità della competizione assicurata”.
“L’idea di giocare di nuovo in quattro o cinque settimane era un’idea di altri, non la nostra”, ha sottolineato. “Fortunatamente ora abbiamo tutti la stessa opinione. Non si può nemmeno pensare di giocare quando l’Ume (l’Unità militare spagnola di emergenza, ndr) è in strada ad allestire ospedali da campo”. “Quando le autorità – ha aggiunto – indicheranno che potremo riprendere le competizioni valuteremo, insieme all’Afe (l’associazione giocatori, ndr) e alla Liga, il tempo necessario ai giocatori per ritrovare la propria forma fisica e riprendere con garanzie complete”. “L’ipotesi di programmare partite ogni 48 ore? Sono stato un calciatore professionista e so perfettamente che giocare ogni 48 ore ininterrottamente è impossibile perché va contro la salute degli atleti e questo è contrario all’integrità della competizione”, ha continuato. “La cosa più ragionevole è che, quando le condizioni lo consentiranno, le competizioni vengono riprese e la stagione 20/21 viene adattata in base al tempo e al calendario che ci rimangono. Qualsiasi altro scenario è scorretto”, ha aggiunto Rubiales.