“Nelle carceri ora si rischia di generare ulteriori aberrazioni della tenuta del sistema sicurezza visto che alla Polizia Penitenziaria nonostante l’allarme sanitario si chiede di svolgere il servizio senza Dpi idonei, con orari di oltre 24 ore consecutive non previsti dalla normativa, senza il minimo bene di sostentamento avendo il Capo del Dipartimento chiuso gli spacci interni, e con i detenuti pronti a replicare le recenti rivolte”. Lo sottolinea l’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria che teme a partire da domani la ripresa dei disordini per la proroga della sospensione dei colloqui con i familiari e il timore dei contagi. Per Moretti, presidente dell’Uspp, “la chiusura degli spacci e’ una misura che va immediatamente cancellata perché è un controsenso dato che si lascia aperto il servizio mensa dove gli assembramenti sono più marcati”, e “vanno eliminati provvedimenti che umiliano la dignità del personale una parte del quale e’ chiamato a svolgere servizi per oltre 24 ore e fino a tre giorni consecutivi: un fatto che dimostra il pressapochismo del vertice dipartimentale”.
“Non ci risultano ancora attivate misure idonee per ciò che riguarda le dotazioni di protezione, ancora insufficienti o inadeguate, posto che abbiamo chiesto di farle utilizzare a tutto il personale in servizio senza alcuna esclusione, oltre alla possibilità di sottoporre gli agenti ad accertamento previo tampone dell’eventuale contagio da coronavirus in caso di esposizione”. Per queste ragioni ed in assenza di un cambio di rotta, l’Uspp ha lanciato “lo stato di agitazione del personale a decorrere da domani tramite uno sciopero bianco, ovvero l’applicazione pedissequa dei servizi come da regolamento di servizio, rifiutandosi cioè di svolgere attività che non gli competono e provvedendo a redigere una relazione per ogni attività non prevista”.
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