In questi giorni difficili, nei quali il dolore e l’angoscia sembrano avere il sopravvento, il Santuario di Pompei, accogliendo l’invito di Papa Francesco a unire le nostre voci in una preghiera unanime, ha lanciato ai pompeiani e ai devoti della Vergine del Rosario presenti in tutto il mondo la proposta di realizzare una lunga “staffetta” di Rosari per impetrare la fine di questa epidemia. Ogni giorno, dalle 7 alle 22, ognuno sceglie una mezz’ora nella quale recitare il Rosario, così da creare una vera e propria catena di preghiera. E’ possibile comunicare l’orario scelto sulla pagina Facebook ufficiale “Pontificio Santuario di Pompei”, mediante un post specifico dedicato all’iniziativa. Già da alcuni giorni, migliaia di fedeli delle parrocchie della città mariana e di altre città hanno cominciato questa pratica e anche le Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, fondate proprio dal Beato Bartolo Longo, che hanno “il Rosario per insegna, per difesa, per titolo”, stanno dando il proprio contributo.
La preghiera del santo Rosario, fondamento stesso del Santuario di Pompei, è, come diceva San Pio da Pietrelcina, “arma” efficace contro il male. Via di contemplazione del mistero cristiano, come ribadito con forza da San Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, il Rosario è anche preghiera per la Pace, così tanto anelata da tutta l’umanità, soprattutto in questi giorni di dolore. Rispondendo perfettamente alla richiesta di spiritualità di questo tempo, esso è, allo stesso tempo, «meditazione e supplica. L’insistente implorazione della Madre di Dio poggia sulla fiducia che la sua materna intercessione può tutto sul cuore del Figlio. Ella è “onnipotente per grazia”, come, con audace espressione da ben comprendere, diceva nella sua Supplica alla Vergine il beato Bartolo Longo» (RVM, 16). Inoltre, «a questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza» (ibidem, 39). La fede cristiana ci assicura che Dio è nostro Padre, veglia su di noi e ci sostiene in quest’ora della prova. Grazie a Lui, anche il male si può trasformare in bene. L’emergenza che stiamo vivendo ci aiuta a tramutare la sofferenza in grazia e ci fa riscoprire il valore della fratellanza umana, facendoci sentire, come realmente siamo, tutti fratelli.
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