Mentre al Senato il super piano da quasi 2 mila miliardi e’ stato nuovamente bloccato dai democratici, gli Stati Uniti sono entrati nella fase piu’ critica dell’emergenza. Il numero dei contagiati ha superato i 42 mila casi in 50 stati, oltre Portorico, le Isole Vergini e la capitale Washington. I morti sono almeno 513. La citta’ di New York ha registrato il 99esimo decesso mentre il governatore dello stato, Andrew Cuomo, ha ordinato agli ospedali di aumentare del 50 per cento la disponibilita’ dei posti letto. Il sindaco, Bill de Blasio, ha detto che le forniture per gli ospedali stanno per esaurirsi. Intanto con lo “stay at home” emesso poche ore fa dalla West Virginia sono saliti a undici gli stati che hanno ordinato ai cittadini di restare a casa. Il provvedimento straordinario coinvolge circa cento milioni di americani, uno ogni tre, e riguardano, tra gli altri, New York, California, Ohio, Illinois, Michigan e lo stato del New Jersey, dove in un giorno si sono registrati mille nuovi casi e il governatore ha ordinato la scarcerazione di centinaia di detenuti per evitare che l’affollamento dei penitenziari favorisca il contagio.
Ma oltre allo “stay-at-home”, ogni stato affronta emergenze diverse e lo fa a modo suo. A Chicago cinque hotel si sono trasformati in residenze per accogliere circa duemila persone infettate, la Virginia ha gia’ dichiarato chiuso l’anno scolastico. L’Oklahoma ha lanciato l’allarme, spiegando che il personale medico ha equipaggiamento per meno di dieci giorni e aspetta aiuti, mentre a Seattle, nello stato di Washington, senza piu’ posti letto disponibili si monitorano trecento pazienti a distanza, utilizzando il computer. Ogni governatore ha una richiesta, ma le possibilita’ che vengano accolte non sono alte. Il segretario alla Difesa, Mark Esper, ha ammesso che “non potranno essere soddisfatti i bisogni di tutti”.
Il capo operativo della sanita’ americana, Jerome Adams, non ha nascosto la realta’ agli americani: “Voglio che il Paese capisca, questa settimana la situazione peggiorera’. Per questo invito tutti a restare a casa per contenere il contagio”. In mancanza di forniture straordinarie, che tardano ad arrivare, la Casa Bianca si affida a mezzi di fortuna: il vicepresidente Mike Pence ha chiesto agli ospedali di convertire in ventilatori le strumentazioni utilizzate dagli anestesisti. All’emergenza interna, si aggiunge quella degli americani all’estero: sono circa 13.500 quelli che stanno cercando di rientrare negli Stati Uniti. Il governo ha annunciato l’intenzione di utilizzare i fondi K, destinati per le emergenze straordinarie, per organizzare voli charter e rimpatriare i cittadini. Sedici voli verranno approntati nei prossimi giorni.
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