foto di Cronache della Campania
“Attualmente abbiamo 160 posti di terapia intensiva di cui 28 ancora liberi. Non c’e’ un incremento particolare di ricoveri degli ultimi giorni, ma stiamo lavorando per aumentare i posti nel caso peggiorasse. I cittadini devono capire che ci giochiamo tutto in queste due settimane per non diventare come la Lombardia”. Cosi’ Enrico Coscioni, consigliere per la sanità del governatore campano Vincenzo De Luca e membro dell’Unita’ di crisi Regionale contro il Covid19, spiega la situazione ospedaliera in Campania. Lavori sono infatti ancora in corso in diversi ospedali per nuovi posti covid19, come al Loreto Mare di Napoli e nella preparazione dei tre ospedali da campo previsti a Napoli, Caserta e Salerno. “Entro metà aprile – spiega Coscioni – completeremo la preparazione che ci porta a 280 posti di terapia intensiva e 800 di degenza ordinaria covid19. Monitoriamo i lavori e procedono. Intanto attualmente abbiamo 500 posti letto di degenza per questa malattia, di cui circa 40 sono attualmente liberi. Quindi non ci sono emergenze”.
Tutto però si tiene se l’epidemia non scoppia in Campania a livelli lombardi: “Il contenimento – spiega Coscioni – sta funzionando e anche negli ospedali c’è grande attenzione alla separazione dei percorsi. E’ stato importante la chiusura anticipata da parte della Campania degli ambulatori in ospedale per le attività non urgenti, questo ha evitato che gli ospedali diventassero un luogo di contagio e ha anche protetto i medici e gli infermieri”. I problemi ci sono, ad esempio sulle case di riposo: “Abbiamo scoperto due case riposo abusive finora – afferma il cardiologo – una a Fuorigrotta e una Casoria. Li’ si sono create delle infezioni che ci preoccupano, dei focolai. Ma stiamo procedendo a fare i tamponi in tutte le residenze per anziani, anche agli operatori, consapevoli che l’età avanzata degli ospiti le rende pericolose”. Un pericolo che riguarda anche le zone rosse della Campania come Ariano Irpino e l’area salernitana del Vallo di Diano, in cui piccole strutture mediche si sono trovate a fronteggiare dei focolai: “I i sistemi di contenimento – spiega Coscioni – sta funzionando. Ci sono differenze tra li hub ospedalieri delle grandi città e gli ospedali di queste zone in cui sono arrivati improvvisamente 10-15 pazienti covid19: il primo impatto è stato complicato. Ma si sono preparate le tende per il pretriage e ora ci sono aree protette e aree covid19 più confortevoli. I piccoli ospedali piccoli hanno mostrato una grande professionalità evitando focolai in corsia”.
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