Con l’emergenza Coronavirus e la perdita di opportunità di lavoro anche occasionale si aggrava la situazione e aumenta il numero dei 2,7 milioni di persone che in Italia sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o soprattutto con la distribuzione di pacchi alimentari. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui crescenti problemi di ordine pubblico provocati dalle difficoltà economiche ed occupazionali causate dall’emergenza coronavirus. Ad essere in difficoltà – sottolinea la Coldiretti – sono tra le categorie più deboli quasi 113mila senza fissa dimora, oltre 225mila anziani sopra i 65 anni, e 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni che ricevono aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) sulla base del rapporto presentato nel giugno 2019. Le maggiori difficoltà – continua la Coldiretti – si registrano nel mezzogiorno con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia ma situazione diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (9%) e nella Lombardia dove piu’ duramente ha colpito l’emergenza sanitaria.
“In questo contesto abbiamo ottenuto nel Cura Italia l’aumento di 50 milioni del fondo per l’aiuto agli indigenti per affrontare una situazione che diventa ogni giorno piu’ preoccupante” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ad essere offerti dovranno essere prodotti di qualità dell’agroalimentare rigorosamente made in Italy”, come sostenuto dalla campagna #mangiaItaliano.La decisione definitiva su come ripartire i fondi sarà presa lunedi 30 marzo ma nella proposta si prevede l’acquisto di prodotti da dare ai più bisognosi secondo la seguente ripartizione dei 50 milioni di euro disponibili: formaggi DOP (14,5 milioni), prosciutti crudi DOP (9 milioni), salumi DOP e IGP (4 milioni) succhi di frutta 100% italiani (2,5 milioni), conserve, zuppe di legumi e minestrone (8 milioni), carne in scatola da bovini nati, allevati e macellati in Italia (10 milioni), omogeneizzati di carne di agnelli nati, allevati e macellati in Italia (2 milioni). La Coldiretti ha chiesto che vengano escluse dalla partecipazione ai bandi le industrie che, compromettendo il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera, hanno assunto comportamenti speculativi sottopagando i prodotti ad agricoltori ed allevatori.
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