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Coronavirus, anche negli ospedali del Veneto e dell’Emilia Romagna partita la sperimentazione con il Tocilizumab

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Ormai è una corsa da parte degli ospedali italiano all’adesione alla cura del coronavirus attraverso il farmaco Tocilizumab, sperimentato con successo a Napoli all’istituto Pascale. Sono già otto gli ospedali veneti che hanno aderito alla sperimentazione del farmaco antiartrite.  E da ieri anche tutti gli ospedali dell’Emilia Romagna. Lo studio sul trattamento con Tocilizumab dei pazienti affetti da polmonite da COVID-19, coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, è stato approvato il 18 marzo dall’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA. Gli ospedali veneti che hanno aderito e che riceveranno il farmaco sono: l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Vicenza, Bassano e Santorso in provincia di Vicenza, Rovigo, Villafranca e Negrar in provincia di Verona.

“Da oggi tutti gli ospedali dell’Emilia-Romagna potranno usare il famoso tocilizumab”. Lo ha annunciato ieri il commissario per l’emergenza coronavirus Sergio Venturi riferendosi al farmaco contro l’artrite sperimentato con successo nei giorni scorsi all’ospedale Pascale di Napoli. “Una volta i nomi chimici dei farmaci erano più semplici da pronunciare”, scherza Venturi parlando del farmaco. “Finalmente – ha sottolineato Venturi – l’Aifa con l’assenso di Roche ha consentito e disposto che tutti gli ospedali possono aderire a sperimentazione” registrandosi sul sito dell’ospedale Pascale dove “dovranno rendere conto degli esiti, ci auguriamo positivi”. “Ci sono diverse sperimentazioni in corso – ha aggiunto ancora Venturi – e una è all’azienda ospedaliera di Modena, ma è una sperimentazione chiusa con un certo numero di pazienti”. “Si sta provando di tutto”, ha sottolineato il commissario rimarcando che “una delle poche positività del fatto che questa infezione si sta diffondendo in tutto il mondo è che ci sono migliaia di laboratori di ricerca che stanno trovando una soluzione o farmaci già esistenti che possono funzionare”. “Quello che accade in Italia stimola fortemente la ricerca perché rappresenta il domani di ogni nazione. Forse è uno svantaggio essere partiti un mese fa, ma ne usciamo prima”.


Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2020 - 09:48
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