L’Europa piange la sua vittima piu’ giovane nella guerra al coronavirus, una ragazzina di appena 12 anni che viveva a Gand, in Belgio. Uno choc per il Paese e non solo. Una morte che ha lasciato senza parole, oltre che familiari e amici, anche le autorita’ sanitarie locali, che l’hanno definita “un caso raro”. E a piangere in queste ore e’ anche l’America, dopo che New York ha registrato il primo decesso di un bambino a causa del virus. Le autorita’ non hanno rivelato l’eta’, limitandosi ad aggiungere che aveva delle patologie preesistenti. Solo sabato scorso, sempre negli Stati Uniti, aveva destato commozione e sconcerto la morte di un bebe’ di meno di un anno in Illinois. Nel triste elenco dei minorenni deceduti c’e’ anche una adolescente di 16 anni, morta a Parigi qualche giorno fa. Insomma, il virus che sembrava risparmiare almeno i piu’ giovani in realta’ sta colpendo in tutte le fasce d’eta’: stando infatti ai dati pubblicati in Francia, tra i casi confermati di positivita’ il 30,6% ha tra i 15 e i 44 anni. I responsabili delle autorita’ sanitarie belghe non hanno nascosto lo sgomento nell’annunciare la morte della dodicenne. “E’ un momento difficile a livello emotivo perche’ riguarda una ragazzina”, un caso che “tocca anche la comunita’ scientifica”, ha detto quasi in lacrime il virologo Emmanuel Andre’ nella consueta conferenza stampa, precisando che si tratta di “un evento molto raro” ma “che ci ha sconvolti”. Uno shock per il Paese ma in particolare per i suoi familiari, ai quali i responsabili sanitari hanno voluto inviare un messaggio di vicinanza. Lo stato di salute della giovanissima vittima del coronavirus, di cui non si conoscono le generalita’ tranne l’eta’, e’ peggiorato dopo tre giorni di febbre, ha spiegato il virologo Steven Van Gucht.
Secondo la tv VTM, la ragazzina non soffriva di alcuna patologia pregressa prima di essere contagiata ma tutto cio’ al momento e’ ancora da confermare. Di certo c’e’ il fatto che non andava a scuola dallo scorso 13 marzo e da allora non ha avuto contatti con ne’ con gli insegnanti ne’ con gli studenti. Tre giorni dopo, il 16 marzo, il Belgio ha deciso la chiusura di tutte le scuole. In un Paese di poco piu’ di 11 milioni di abitanti, il Covid-19 ha gia’ ucciso 705 persone. Nel corso delle ultime 24 ore si sono registrati 98 decessi, e avanzano anche i contagi. Da ieri altri 876 sono risultati positivi, di cui 467 nelle Fiandre, 189 a Bruxelles e 203 in Vallonia. Complessivamente i contagiati sono 12.775. L’emergenza sta mettendo a dura prova gli ospedali dove, secondo il virologo Andre’, i letti di terapia intensiva dedicati alla gestione dell’epidemia sono pari al 53% della disponibilita’ totale. Le situazioni piu’ complicate si registrano a Bruxelles, Limburgo e Hainaut. Restano ovviamente in vigore le strette misure di contenimento, prorogate fino al 19 aprile. Ai cittadini viene chiesto di restare a casa, mentre sono consentiti solamente gli spostamenti essenziali: il tragitto fra casa e il luogo di lavoro (quando non e’ possibile il telelavoro), le uscite per andare a fare la spesa o dal medico. Il virus sta mietendo vittime anche nella vicina Olanda, che ha superato la soglia dei mille morti. Complessivamente nei Paesi Bassi si contano 1.039 decessi e 12.595 contagi. In Lussemburgo invece l’ultimo aggiornamento parla di 23 morti e 2.178 contagi.
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