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Chiude l’albergo dove lavorava: giovane di Pellezzano bloccato ai Caraibi. Appello alla Farnesina

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<span style="font-size: 1.21429rem;">Pellezzano. C’è anche un giovane della provincia di Salerno bloccato ai Caraibi insieme a 35 connazionali dopo le ordinanze del governo francese. Gaetano D’Andria di Pellezzano è a Saint Barth, isola delle Antille Francesi, dove lavorava in un albergo chiuso per l’emergenza coronavirus. A rendere nota la vicenda il sindaco di Pellezzano, Francesco Morra, che ha inviato una lettera al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e alla Farnesina per velocizzare il rimpatrio del concittadino. Il giovane “come altri suoi colleghi di lavoro, nel giro di una settimana, a causa delle restrizioni emanate per contrastare il coronavirus, si è trovato senza lavoro e bloccato sull’isola perchè l’aeroporto è chiuso e, al momento, non sono previsti voli oltreoceano per il rimpatrio degli stranieri in Europa”, spiega il primo cittadino. I genitori di D’Andria hanno contattato il sindaco per chiedere un suo intervento. Morra, infatti, ha subito inoltrato una pec al ministro e all’unità di crisi della Farnesina. “Ho appreso nelle ultime ore – si legge nella missiva – che Gaetano D’Andria insieme ad almeno altri trentaquattro connazionali sono bloccati a Saint Barth nelle Antille Francesi all’indomani della chiusura della struttura alberghiera presso la quale prestavano la propria attività lavorativa, impossibilitati a far rientro in Italia per la sospensione dei collegamenti aerei”. “So bene l’attenzione e lo sforzo che lo Stato in tutte le sue articolazioni sta profondendo nel tentativo di risolvere la crisi sanitaria e contenere gli effetti – scrive Morra – ma non avrei potuto ignorare le sollecitazioni che mi provenivano dai familiari del mio concittadino e alle quali non sono in grado di dare autonomamente accoglimento”. Da qui e in considerazione del numero delle persone coinvolte, il sindaco richiede “una efficace azione diplomatica che sia in grado di superare le difficoltà connesse alla temporanea interruzione dei collegamenti usualmente predisposti dall’aviazione civile nell’area interessate ed ipotizzare, se del caso, l’impiego di mezzi dello Stato che riconducano i giovani lavoratori entro i confini nazionali”.


Articolo pubblicato il giorno 23 Marzo 2020 - 18:04


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