“Dopo settimane dalla nascita di quest’emergenza sanitaria che il Paese si ritrova ad affrontare per via del Covid-19 il Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria si ritrova a dover denunciare, ancora una volta, una situazione drammatica all’interno degli istituti penitenziari italiani. Sebbene il ripristino dei colloqui tramite Skype sembra aver attenuato negli animi dei detenuti l’impeto di commettere sovversioni contro gli istituti e l’istituzione con rivolte ed evasioni dall’altra faccia della medaglia chi ne paga le conseguenze sono sempre loro, gli agenti di Polizia Penitenziaria”. E’ la denuncia del segretario nazionale Roberto Esposito. E poi aggiunge: “Non richiediamo ne riconoscimenti ne lusinghe, seppur forse dovute, nei confronti del personale che svolge regolarmente il proprio servizio, nonostante l’emergenza e nonostante la tensione che porta essa in un ambiente già molto instabile, dove ogni giorno a prescindere da questa emergenza gli agenti di Polizia Penitenziaria si ritrovano a dover gestire numeri sproporzionati di detenuti per ogni unità, tra cui individui con problemi psichiatrici che dalla chiusura dei vecchi OPG stanno causando non pochi disordini. Per non parlare della sicurezza e della tutela della salute degli agenti, costretti in alcuni istituti a lavorare senza l’utilizzo di guanti e mascherine per non “impressionare i detenuti” a detta di qualche direttore, senza aver mai potuto effettuare un tampone per accertarsi del proprio stato di salute, anche nei casi in chi si svolge il proprio servizio dove questo virus è riuscito ad insediarsi. Nonostante tutto taccia, come sempre, quasi come se dopo la cessazione le rivolte carcerarie si fossero già dimenticati della situazione quotidiana che gli agenti di Polizia Penitenziaria si trovano ad affrontare, costretti a lavorare seppur malati visto il numero troppo ridotto di unità nel corpo per potersi permettere di restare a casa.
Già diversi sono i colleghi che a lavoro sono entrati a contatto con individui affetti dal covid-19 e si sono infettati a loro volta, Il Sarap vuole denunciare questa cattiva gestione, pretende il diritto della tutela della salute del personale di Polizia Penitenziaria che ogni giorno si dedica con impegno al giuramento fatto verso la Repubblica Italiana e per il servizio reso qualche volta ci rimette, anche con la vita. Il Sarap dice basta. E vuole dare voce a chi non ha mai avuto voce ed a questo menefreghismo generale in cui navighiamo è tempo di dare una fine. Pertanto si richiede il tampone per tutti gli agenti di Polizia Penitenziaria e la possibilità di indossare le protezioni individuali per prevenire un possibile contagio da questo male che ha fatto e sta facendo danni, in alcuni casi irrimediabili.Per poter fare sicurezza bisogna prima di tutto essere in sicurezza”.
Articolo pubblicato il giorno 31 Marzo 2020 - 08:45