La DIA di Napoli ha notificato il decreto di confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Angelo Pontillo (classe 1961), imprenditore originario di Capodrise , attivo in particolare nel settore della produzione, vendita e trasporto del calcestruzzo. Le indagini svolte dalla DIA hanno consentito non solo di ricostruire il suo reale assetto patrimoniale, ma anche di delineare la sua “pericolosità sociale”, derivante dalla contiguità con il clan “Belforte” di Marcianise, emersa nell’ambito di una vicenda giudiziaria, definitasi nel 2016 con una condanna, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a 12 anni e 8 mesi di reclusione, confermata in appello con riduzione della pena e tuttora pendente in Cassazione, solo per profili afferenti al trattamento sanzionatorio. Le relative indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, avevano accertato, anche grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, una strutturata modalità di riscossione del pizzo tramite l’azienda produttrice di calcestruzzo di cui era socio Angelo Pontillo, la “CO.CEM. S.r.l.”.
Il meccanismo criminale, ideato da lui e dai fratelli Minutolo (il cui patrimonio è stato sequestrato nel mese di novembre scorso) – definiti anche le spie del pizzo – avveniva in due modi: o mediante sovrafatturazione degli importi dovuti, gonfiando i costi rispetto alle effettive forniture, oppure attraverso l’organizzazione di incontri tra gli estorti e gli appartenenti al clan. Tale sistema era così collaudato che gli imprenditori talvolta si rivolgevano spontaneamente a Pontillo o ai Minutolo, affinché indicassero loro i referenti dell’organizzazione da contattare per “mettersi a posto”.
Il decreto di confisca, che segue quello di sequestro eseguito nel 2017 su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del Direttore della DIA, ha interessato beni risultati nella disponibilità diretta ed indiretta dell’imprenditore: due quote societarie (imprese operanti nel settore immobiliare e della lavorazione e commercializzazione del calcestruzzo) e beni immobili (34 fabbricati e 2 terreni) ubicati nella provincia di Caserta, nonché rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in oltre 6 milioni di euro.
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