Un mese di calcio a porte chiuse, e il campionato di calcio può ripartire. La soluzione, ancorché parziale, dell’ingorgo del calendario arriva con la decisione del governo di fermare l’afflusso del pubblico negli stadi fino al 30 marzo. Ma resta la conflittualità in Lega, e Marotta propone “un’assemblea per ritrovare unità”. Venti società in lite e un’emergenza che lascia poco spazio alla programmazione sono la tempesta perfetta per il calcio italiano, che cerca di rimettere in carreggiata una stagione a rischio deragliamento tra rinvii, sospensioni, ripicche. Dopo il tira e molla della scorsa giornata di serie A, dopo il rinvio in extremis a data da destinarsi delle due semifinali di Coppa Italia – Juve-Milan di stasera e Napoli-Inter di domani -, con un calendario dalle difficoltà quasi esplosive, la Lega di A ha provato a riunirsi a Roma per tracciare un programma di rientro. Operazione riuscita a meta’, visto che l’assemblea è saltata per mancanza di numero legale. Il consiglio ha invece ratificato un accordo tra i club, che prevede di riprendere dalle partite sospese facendo slittare un turno. Cosi’, Juve-Inter sarà domenica sera, ufficialmente senza pubblico, non appena il premier Conte firmerà il decreto (altrimenti, sarebbe stato lunedì) già annunciato: e anche le altre partite da recuperare della 26/a si giocheranno tutte domenica – con Milano-Genoa che oscilla tra 12.30 e 18.00, due partite (Parma-Spal e Sassuolo Brescia) alle 15, Udinese-Fiorentina alle 18, e l’anticipo del sabato Samp-Verona Perché tutto diventi ufficiale, si aspetta il nuovo Dpcm: lì sono contenute le nuove linee guida sull’emergenza coronavirus. Nelle quali è consentito di disputare partite a porte chiuse ma con obbligo per le società di controlli su atleti, tecnici e dirigenti per limitare il rischio di contagio. “Si va verso partite a porte chiuse”, aveva detto in mattinata il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora, aprendo la strada alle scelte dei consiglieri che al Coni attendevano indicazioni da palazzo Chigi. Il ministro ha insistito sulla necessità che, compatibilmente con la situazione e con le dovute cautele, lo sport non si fermi, da quello agonistico di alto livello a quello di base: “Si darà la possibilità di realizzare eventi e competizioni sportive esclusivamente a porte chiuse, dando indicazioni ben precise per la prevenzione sanitaria delle squadre, degli staff e di tutto il personale coinvolto”. Un sostanziale via libera ai club per cominciare a predisporre una ripartenza. Messa nel limbo al momento la Coppa Italia, spetta al campionato tornare in campo, senza pubblico, già dal prossimo fine settimana, recuperando gli incontri non disputati nel turno precedente, a cominciare da uno spinosissimo Juventus-Inter. “Si dovrebbe giocare domenica o lunedì – ha detto l’ad nerazzurro, Giuseppe Marotta – e l’obiettivo e’ portare a termine il campionato con la massima regolarità, senza creare uno squilibrio competitivo”. Lo stesso dirigente dell’ Inter ha sollecitato una assemblea, anche informale, “per elaborare una strategia comune per dare regolarità al campionata e garantire la continuità gestionale alle nostra società”. Il calcio italiano deve recuperare sia sul piano dell’immagine sia su quello della sostanza sportiva, ma ci sono anche importanti riflessi economici.
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