“Sono migliaia i lavoratori provenienti da ogni dove, particolarmente di origine africana, impiegati nel settore agricolo tra le province di Caserta e Napoli senza permesso di soggiorno e senza alcuna forma di tutela e protezione dal Covid19. Noi siamo convinti, partendo dalle ragioni della legalità e dell’interesse della collettività, che una sanatoria sarebbe benefica altrimenti il settore, che si appresta ad avviare le campagne di raccolta di numerosi prodotti, rischia di paralizzarsi, mettendo a rischio l’approvvigionamento alimentare in un momento emergenziale come quello che stiamo vivendo”.
La Flai Cgil lancia l’allarme sui lavoratori stranieri impiegati in agricoltura nel Casertano dove, nonostante decreti ed ordinanze, continuano a rischiare la vita ogni giorno recandosi nei campi senza rispettare le prescrizioni di sicurezza e senza documenti regolari. Nei giorni scorsi, infatti, nell’ambito dei controlli sul territorio per verificare il rispetto del divieto agli spostamenti, le forze dell’ordine hanno bloccato, multato e denunciato i conducenti di mezzi privati che trasportano in condizioni al limite uomini e donne dirette ai campi di Terra di Lavoro.“Le forze dell’ordine – dice il segretario generale Flai-Cgil Caserta, Igor Prata – stanno svolgendo un ottimo lavoro di controllo del territorio, anche per contrastare il fenomeno del caporalato che anche in questa emergenza non sembra conoscere sosta. Da tempo segnaliamo come nei campi della nostra provincia non vengano rispettate le più elementari norme di sicurezza a tutela dei lavoratori agricoli, mettendo a rischio la loro salute e le qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Per questo – aggiunge Prata – continuiamo a chiedere maggiore sicurezza per i lavoratori a tutela della salute pubblica di tutti”.
“Il 14 marzo scorso – ricorda Giuseppe Carotenuto, segretario generale Flai-Cgil Campania e Napoli – Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto con il Governo un protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto del Covid-19 negli ambienti di lavoro. Quel protocollo va fatto rispettare dalle istituzioni e dalle aziende cosa che, ad oggi, non ci risulta avvenga. Dentro la geografia della nostra democrazia, chiediamo anche che venga vagliata la possibilità di una sanatoria per concedere il permesso di soggiorno alle migliaia di lavoratori africani impiegati in agricoltura, evitando così un doppio pericolo: che questi lavoratori vengano impiegati in nero dalle aziende, che sarebbero impossibilitate ad assumerli regolarmente, e che le campagne di raccolta, in assenza di lavoratori comunitari, rientrati nei propri Paesi d’origine e impossibilitati al ritorno, vengano seriamente compromesse”.“Oggi – dice Jean Renè Billongo, coordinatore dell’osservatorio “Placido Rizzotto” della Flai-Cgil nazionale – abbiamo lanciato un appello al Presidente della Repubblica e al Governo per chiedere non solo attenzione in termini di interventi di profilassi socio- sanitaria rispetto al Coronavirus a favore dei migranti a rischio emarginazione, specie in quei luoghi a vocazione agricola che vedono il loro apporto lavorativo, partendo dai campi, più che mai necessario per la quiete collettiva e la sicurezza alimentare del Paese. Al contempo – prosegue Billongo – la Flai- Cgil Nazionale invoca un provvedimento che possa farli emergere dall’irregolarità, per spezzare le catene della schiavizzazione, del caporalato e dello sfruttamento che non lasciano loro alcuno scampo”.
Articolo pubblicato il giorno 31 Marzo 2020 - 08:41