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Tangenti per gli appalti alla Marina militare: 12 arresti a Taranto

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Un “cartello” di aziende a Taranto, guidato da 8 imprenditori, avrebbe pilotato l’aggiudicazione di 16 appalti per 4,8 milioni di euro relativi a lavori di ammodernamento e riparazione di unita’ navali in dotazione alla Marina Militare grazie alla complicità di due ufficiali e due dipendenti amministrativi della Forza Armata e in base ad accordi corruttivi. La Guardia di finanza ha notificato 12 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip Benedetto Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone, titolare di altre inchieste che tra il 2013 e il 2017 avevano portato all’arresto di ufficiali, sottufficiali, dipendenti civili e imprenditori per tangenti legate a forniture e servizi affidati dal Commissariato della Marina militare. Tra i destinatari del provvedimento eseguito oggi dalle Fiamme Gialle c’e’ anche il direttore dell’Arsenale militare di Taranto, il contrammiraglio Cristiano Nervi, che risponde di turbativa d’asta in concorso. Gli 8 imprenditori accusati di associazione per delinquere, stando all’esito delle indagini, si sarebbero assicurati illeciti profitti per un ammontare pari a oltre 14 milioni e mezzo di euro. Si tratta di società, puntualizza l’ordinanza, tutte collegate tra loro, che si aggiudicavano le gare “concordando gli sconti da indicare nelle offerte ovvero formulando offerte di mero appoggio, con l’estromissione delle altre ditte del settore”. Il ruolo di “promotore” viene attribuito dagli inquirenti all’imprenditore Armando De Comite. La Marina militare in una nota spiega di seguire “con attenzione gli sviluppi della vicenda giudiziaria ed esprime il pieno sostegno per il lavoro svolto dalla Magistratura cui assicura la massima collaborazione. Ciò – aggiunge la Marina – anche al fine di tutelare quanti con sacrificio ed onesta’ sono impegnati ogni giorno per la difesa dal mare e sul mare del Paese”. L’altro ufficiale coinvolto e’ Antonio Di Molfetta, addetto all’ufficio “Servizio Efficienza Navi” della Stazione Navale di Taranto, a cui vengono contestate cinque ipotesi di corruzione aggravata in quanto avrebbe assicurato ad alcuni imprenditori l’affidamento di appalti di servizi ricevendo in cambio utilità come una cucina del valore di 10mila euro, la fornitura e posa in opera di una porta blindata, due lavatrici, due climatizzatori, persino qualche scatola di caffé in cialde. Due i dipendenti civili dell’Arsenale militare raggiunti da misura cautelare. Abele D’Onofrio, assistente amministrativo, risponde di un episodio di corruzione in quanto avrebbe comunicato a due imprenditori il contenuto dei bandi di gara indetti dall’Arsenale, ricevendo una tangente di 700 euro. Federico Porraro, funzionario amministrativo responsabile della custodia di due magazzini della Direzione di Commissariato della Marina, e’ accusato invece di un episodio di corruzione e di un episodio di furto in concorso perché, stando al capo di imputazione, avrebbe consentito la sottrazione furtiva di beni di proprietà della Forza Armata utilizzati per le lavorazioni a bordo delle navi, ricevendo in cambio più somme di denaro.


Articolo pubblicato il giorno 21 Febbraio 2020 - 07:10
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