“Dopo 7 anni di mandato parlamentare e dopo aver regolarmente pagato i contributi, l’assegno vitalizio mi è stato dimezzato mettendomi in difficoltà. Combatto contro un tumore, sono invalido al 100% e questo taglio è stato drammatico per me. Il taglio dei vitalizi è avvenuto in maniera totalmente iniqua. Quelli di fascia alta non sono stati minimamente toccati, sono stati toccati solo quelli di fascia bassa”. Lo afferma Franco Grillini, ex parlamentare dei Ds, a Radio Cusano Campus. “Un provvedimento iniquo e illegale – prosegue -, dato che la Consulta aveva dato delle linee ben precise, aveva detto questi provvedimenti devono essere presi per motivi di grave emergenza, che devono essere temporanei e che i soldi ricavati devono essere investiti in previdenza. Al momento i soldi sono stati accantonati per garantire l’eventuale difesa in sede giudiziaria una volta che la vicenda uscirà dal pantano degli organismi giurisdizionali di Camera e Senato. Siamo di fronte ad una situazione veramente grottesca. C’era la disponibilità dell’associazione degli ex parlamentari a discutere un provvedimento di taglio equo in considerazione del sentimento dell’opinione pubblica. Però questo confronto è stato rifiutato perché si voleva la spettacolarizzazione, ci sono dei conduttori televisivi che ci campano su questo, ci hanno costruito una carriera televisiva. Si gioca sulla pelle di persone che non hanno nessun potere e di cui non si può fare di tutta l’erba un fascio. E’ una battaglia esclusivamente ideologica, che nulla ha a che fare con la vita delle persone. Trovo che ci siano degli elementi di crudeltà gratuita in questa vicenda. Una vicenda interamente costruita intorno a fake news. Gli ex parlamentari sono stati stalkizzati con persone che gli piazzavano il microfono davanti alla bocca per chiedergli ‘tu quanto guadagni?’, un atteggiamento accusatorio, come se fossi un delinquente. Qui parliamo anche di persone competenti che hanno lavorato bene nella loro esperienza parlamentare. Io ero dipendente pubblico, avrei potuto fare dei concorsi, ma avevo la possibilità di servire il Paese e l’ho fatto lavorando 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. E’ stato come fare il prete, perché non avevo più vita privata. L’idea che noi eravamo lì a scaldare il banco mi rivolta. Lancio un appello: almeno risolvete la questione delle persone disabili”.
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