I carabinieri del Nucleo Investigativo di CASERTA hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere al boss della camorra di Mondragone Augusto La Torre, gia’ detenuto da anni, in seguito alla condanna all’ergastolo riportata ad ottobre scorso da La Torre per la cosiddetta “strage di Pescopagano”. Durante il massacro, avvenuto il 24 aprile del 1990 a Pescopagano, frazione del comune di Castel Volturno, furono ammazzati a colpi d’arma cinque persone e altre otto rimasero ferite; tre delle vittime erano tanzaniane, poi c’era un iraniano e l’italiano Alfonso Romano, questi ultimi due colpiti per errore in quanto si trovavano nel bar dove inizio’ la strage; fu colpito anche il figlio 14enne del gestore del locale, poi rimasto paralizzato. Con La Torre fu condannato a 20 anni anche il cugino Tiberio Francesco La Torre. Il provvedimento odierno e’ stato emesso dal tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che temeva che Augusto La Torre potesse darsi alla fuga prima che divenisse esecutiva la sentenza di condanna, approfittando di benefici carcerari. La Torre e’ detenuto ininterrottamente dal 1996, e in cella ha preso anche la laurea in psicologia, divenendo noto come il boss psicologo; negli anni ha ottenuto sconti di pena avendo iniziato una collaborazione con la giustizia che poi si e’ interrotta. Con i suoi legali ha quindi avviato un contenzioso con l’amministrazione carceraria per provare a ridurre gli anni di detenzione e cercare di uscire anzitempo dal carcere; prima dell’ergastolo per la strage, La Torre non aveva infatti altri ergastoli, e pur avendo confessato quasi 50 omicidi, sperava di poter usufruire di permessi come gia’ avvenuto in passato. I magistrati anticamorra e i carabinieri hanno dunque giocato sul tempo, riuscendo ad anticiparne le mosse con una ordinanza emessa per una delle stragi piu’ note e datate della camorra casertana.
Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2020 - 19:52