Accademia Belle Arti/foto repertorio
“I rapporti avuti con la direzione nella gestione della segnalazione sono sempre stati di forte collaborazione affinché si riesca ad aiutare gli studenti nel rispetto delle norme, e non si e’ mai verificata alcuna forma di soppressione o oscurazione da parte dell’istituzione”. Cosi’ la Consulta degli Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli in relazione alle vicende concernenti il presunto caso di molestie sessuali da parte di un docente dell’Istituto, al centro di un fascicolo della Procura e per il quale anche ieri i carabinieri hanno svolto accertamenti per un secondo filone di indagine per fare chiarezza su alcune voci circolate con insistenza in questi giorni sui media e sui social dopo la diffusione on line di un’intervista della ragazza (ripresa di spalle, con la voce adulterata, in un servizio di Fanpage), in cui vengono forniti particolari della presunta violenza subita dal professore.
La Consulta, “in quanto organo istituzionale composto da studenti”, si sottolinea, “è una garanzia verso gli studenti, per il loro diritto allo studio, la loro privacy e strumento di mediazione verso problematiche che necessitino di ascolto”. “Riteniamo – dicono i ragazzi della Consulta – di aver già ampiamente chiarito il nostro ruolo, ed è nel nostro interesse fare in modo che venga rispettato il diritto allo studio per ogni studente”. Il presidente dell’Accademia, Giulio Baffi, ed il direttore Giuseppe Gaeta, secondo quanto si apprende, proseguono nella collaborazione con gli inquirenti per fare “piena luce” sul caso che ha suscitato sconcerto tra gli allievi e nel corpo docente dell’Accademia. Gaeta nei mesi scorsi ha anche adottato un provvedimento di ‘ammonimento’ del docente. All’attenzione del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, che coordina le indagini sulla violenza di genere, sono giunte segnalazioni che riferivano del presunto comportamento scorretto da parte di un docente. Dal canto suo, il docente in questione ha parlato di ‘gogna mediatica’ nei suoi confronti. Il cinque marzo è prevista la verifica ‘irripetibile’ sul cellulare della ragazza, maggiorenne, presunta parte offesa e con la quale il docente avrebbe avuto un relazione di alcuni mesi.
Il prof indagato intanto attraverso i suoi legali ha avviato indagini difensive, anche di fronte a un sospetto hackeraggio subìto sul proprio profilo facebook.
Tra l’altro qualcuno ha realizzato un film postato su youtube usando solo messaggi audio e scritti che sarebbero riconducibili al docente, per dimostrare la presunta violenza sessuale avvenuta mesi fa. Il ‘film’ dopo migliaia di condivisione nella serata di ieri non era più visibile.
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