Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere con quelli della stazione di Grazzanise hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Repubblica Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di tre cittadini nigeriani e uno originario del Niger ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere dedita all’importazione, distribuzione in Italia e trasporto, nonché cessione sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di eroina e cocaina, condotte aggravate trattandosi di reato transnazionale. Il gip, condividendo l’impianto accusatorio avanzato dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha disposto per gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere. Il provvedimento cautelare costituisce il proseguo di un’articolata attività investigativa, inizialmente coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e successivamente, data la sussistenza di reati associativi a carattere transnazionale, dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha consentito il 5 novembre scorso di dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, per i medesimi reati, nei confronti di 16 indagati. In particolare l’indagine, condotta dall’ottobre 2015 al dicembre 2016, attraverso intercettazioni telefoniche, acquisizione dei piani di volo e delle liste passeggeri dei voli d’interesse, nonché servizi di osservazione, perquisizioni e arresti in flagranza di reato, ha consentito di contestare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale, composta da cittadini nigeriani presenti sul territorio nazionale e in altre nazioni, dedita all’importazione e distribuzione di grossi quantitativi di eroina e cocaina attraverso reiterati trasporti effettuati mediante ‘corrieri ovulatori’ dalla Nigeria, Kenya, Madagascar, Ruanda, Brasile, Turchia, Spagna all’Italia.
È stato accertato che i corrieri trasportavano gli ovuli di droga all’interno del proprio corpo in quantitativi variabili tra i 500 e i 1.400 grammi per volta; i pagamenti delle transazioni illecite avvenivano tramite circuiti internazionali di money transfer quali Wester Union o Money Gram ovvero, per i pagamenti in ambito nazionale, anche attraverso accrediti su carte prepagate Postepay. Le sostanze stupefacenti, una volta in Italia, venivano trasportate illecitamente e cedute a una fitta rete di pusher nelle città di Sant’Antimo, Padova, Latina e Cisterna di Latina che, a loro volta, le rivendevano al dettaglio. E’ stato riscontrato che gli indagati si sono resi responsabili, singolarmente e in concorso, di 8 importazioni di droga dall’estero e 42 episodi di trasporto illecito e successiva cessione. Il costo per l’acquisto di un chilogrammo di eroina all’ingrosso si aggirava intorno ai 30mila euro e il guadagno per ognicorriere ovulatore, a seconda della complessità del viaggio, variava dai 3000 ai 6000 euro. Gi indagati, soprattutto i capi o loro gregari, utilizzavano numerosi e diversi sistemi di comunicazioni per eludere le investigazioni (sostituzione di schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti o estranei all’indagini, posta elettronica con provider esteri, call center, Internet point e chat line). Sono stati tratti in arresto in flagranza di reato, anche con altre forze di polizia, 13 persone; sequestrate complessivamente, 368 ovuli, per un peso complessivo di circa 6 kg (di cui 4650 gr di eroina e 1350 gr di cocaina). I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale decodificato dai carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “merci”, “vestiti”, “scarpe”, mentre l’espressione “mangiare bene” veniva utilizzata per indicare la capacità del corriere di trasportare ovuli nello stomaco), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.
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