La rabbia per la sconfitta e a finirci nel ‘mirino’ di un calciatore del Cellole è stata la porta dello spogliatoio dello stadio di Sessa Aurunca, gestito dalla società di San Castrese, militante nel campionato di terza categoria laziale. Il direttore di gara dopo la sconfitta:”sostenitori del Cellole lanciavano vari oggetti in direzione della tifoseria avversaria” e poi la rabbia si è spostata all’interno dello spogliatoio dove un “proprio tesserato a fine gara, nel rientrare nello spogliatoio, con un forte calcio distruggeva la parte inferiore della porta di accesso allo spogliatoio e poiché tale condotta ha arrecato un danno alla società San Castrese, militante nella terza categoria laziale, quale società ospitante l’evento, sussiste altresì l’obbligo di risarcire il danno ove quantificato e richiesto”.
A pagare sarà la società del Cellole che dovrà versare nelle casse della Federazione 200 euro di multa e soprattutto dovrà risarcire la porta dello spogliatoio, alla società che ha (inoltre) ospitato la squadra cellolese che oggi è senza campo di gioco dopo l’ordinanza dell’amministrazione comunale.
Articolo pubblicato il giorno 5 Febbraio 2020 - 14:31