âNoi di reti ci riteniamo abbastanza esperti e ci piacerebbe trovare con Lei i fili giusti, per tessere percorsi e provare a sciogliere nodiâ. Si rivolgono così al premier Giuseppe Conte, le Sardine, in una lettera-manifesto pubblicata da Repubblica. âA partire dal Sud, un filo un poâ maltrattato, ma che malgrado tutto conserva la sua dignitàe aspetta solo di divenire rete, parte di un coraggioso e fiero intreccio finalizzato alla crescita e alla cura â scrivono -. Il luogo in cui tante giovani menti, e persone nella loro interezza, crescono, si formano, ma poi vanno via. Il secondo filo si chiama Sicurezza: sicurezza di un lavoro e sul lavoro, sicurezza di assistenza sanitaria, sicurezza di accesso ad unâÂÂistruzione di qualità. Il terzo filo si chiama Dignitàdella Democrazia, ed è quellâÂÂarteria vitale che ogni giorno, nella vita di ogni cittadino, collega la libertàal rispetto delle regole, la vita reale a quella virtuale, e che può aiutare a capire la differenza tra la politica con la P maiuscola e i suoi innumerevoli surrogatiâ. âEâ presumibile â spigano â che Lei ci dica che di questi temi si è giàparlato e che tanto è giàstato fatto. Eppure, a nostro avviso, vi è alla base un problema dâÂÂinterpretazione. Le parole sono importanti. Quando il concetto di Sicurezza viene messo in contrapposizione al salvataggio di vite umane, alla tutela dei diritti fondamentali della persona dentro e fuori i confini nazionali o di percorsi dâÂÂintegrazione e cittadinanza, si generano eclissi della ragione e sonni della civiltàâ. Per le Sardine âquando il problema del Sud diventa lâÂÂinvasione degli stranieri e non la fuga degli autoctoni o lâÂÂassenza di opportunità, si esclude ogni possibile sinergia tra lâÂÂaccoglienza e la permanenza. Quando una certa politica si ciba della contrapposizione tra salute e industria, si mina ogni possibilitàdi sviluppo e di lavoro e si logora la reputazione dello Stato. Quando le campagne elettorali divengono un ring senza regole né limiti alla decenza si accentua la distanza tra i cittadini e la Res Publica. Non siamo esperti, né tuttologi, ma siamo a disposizione, prima di tutto come individui e poi con le tante competenze che abbiamo al nostro interno. Saremo i primi a rinunciare ad unâÂÂautomobile se ci verràproposta unâÂÂalternativa credibile, i primi a difendere le fasce fragili ed emarginate della popolazione quando lo Stato non riusciràa farsene carico, i primi ad investire se si scommetteràsullâÂÂinnovazione e a lavorare se verranno assicurate le giuste garanzie socialiâ. E avvertono: âSaremo i primi a pagare le tasse perché le abbiamo sempre pagate, ma anche i primi a lodare un servizio pubblico quando questo saràallâÂÂaltezza delle aspettative e proporzionale ai sacrifici richiesti per renderlo fruibile. Saremo i primi a riempire le piazze quando la politica di qualsiasi colore mostreràdi non rispettare lâÂÂintelligenza delle persone, la dignitàdei cittadini e la storia della nostra Repubblicaâ.ÃÂ
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