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‘Romanzo caporale’ di Annibale Gagliani alla Casa delle Arti Spazio Alda Merini di Milano

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Sabato 15 febbraio 2020, alle ore 18.00, “Romanzo caporale” di Annibale Gagliani (IQdB Edizioni) sbarca alla Casa delle Arti Spazio Alda Merini di Milano(via Magolfa, 32). La presentazione-dibattito รจ organizzata in collaborazione con l’associazione onlus “ALA Milano”, che si occupa di tutela della salute, inclusione sociale, lotta alle discriminazioni e cooperazione sia sul territorio nazionale che internazionale. Dialogheranno con l’autore Vincenzo Cristiano, presidente di ALA Milano, e Chiara Evangelista, poetessa e critica letteraria del blog di poesia del Corriere della Sera. Attese a partecipare al dibattito le autoritร  locali, l’evento รจ gratuito e aperto a tutti.
La fine dellโ€™uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda lโ€™Alรฌ dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non sโ€™arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe รจ lโ€™effige piรน lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca.
Dalla prefazione di Fabrizio Peronaci: ยซIn un tempo in cui le semplificazioni e il corrivo andare incontro agli umori malmostosi della piazza hanno un triste ma indiscusso sopravvento, guardare le cose attraverso gli occhi azzurri e i sensi in fibrillazione di un giovane sognatore africano puรฒ diventare operazione poetica e rivoluzionaria allo stesso tempo. Per la sua valenza conoscitiva, per lโ€™umano calore che promana e per qualcosa di cui le classi governanti (italiane, europee, planetarie) dovrebbero farsi artefici veri, al di fuori e a prescindere dal mainstream: una cultura autentica dello scambio, del confronto e del comune sentirsi sotto lo stesso cielo, che azzeri distanze e diffidenze tra popoli e con esse tentazioni al comando e automatismi belligeranti. Il protagonista di โ€œRomanzo caporaleโ€ โ€“ alter ego in versione nero ebano dellโ€™autore e dei tanti perplessi e orgogliosi di essere minoranza, sulla questione migranti, allโ€™ombra dello zeitgeist โ€“ ha un grande merito: modificare il punto di vista, sforzarsi di assumere una prospettiva africocentrica, ferma restando la consapevolezza che non รจ il luogo natio a dirimere ma il cuore e la passione, il sentimento della condivisione, lo stesso che orgogliosamente conduce nei paesi piรน poveri e disarmati quei paladini della dignitร  e della giustizia che sono i missionari, laici o con i voti poco importa. Come il sacerdote pugliese amico del ragazzo kenyota che si propone come leader di un movimento di liberazione politica e delle coscienze, ma finisce nel mirino della polizia locale ed รจ costretto alla fugaโ€ฆ La trama accende una luce dove prevale il buio dellโ€™egoismo e della diffidenza. Dallโ€™Africa allโ€™Italia, dove โ€œle cose erano cambiate drasticamenteโ€ ma la passione tra un uomo e una donna ha sempre lo stesso sapore, e โ€œi baci profumano di ciliegiaโ€, il viaggio di Annibale Gagliani racconta la violenza ottusa degli sfruttatori e lโ€™indomabile istinto di fratellanza dei calpestati, la stolta ferocia della crescente intolleranza e la fiera dignitร  di chi accoglie e include, nel nome di una cristiana solidarietร  e di un illuministico progresso della stirpe”.
Dalla postfazione di Raffaele Gorgoni: “รˆ il Cuore di tenebra della porta accanto [โ€ฆ] le pagine di Annibale seguono, passo dopo passo, il doppio itinerario fisico e mentale di un migrante, con la precisione straziante di chi sa, in un mondo che si accanisce nel fingere di non sapere. Se lโ€™abiezione del neocolonialismo รจ del tutto dispiegata nella sua macabra efficacia, la non sorpresa รจ che lโ€™Europa si sta, in questo scorcio di millennio, ricongiungendo alla sua identitร  piรน degradata. Tutto quello che si riteneva sepolto per sempre sotto le macerie della Seconda Guerra Mondiale รจ piรน vivo che mai. [โ€ฆ] Lโ€™Europa, lโ€™altra Europa, quella che dopo gli orrori del nazismo, del fascismo, del franchismo e del salazarismo e di Vichy, scandรฌ le retoriche del mai piรน, oggi balbetta la sua indignazione e incespica in ovvietร  buonsensaie. Ma il migrante raccontato da Annibale Gagliani sa. Sa che non saranno i solidarismi pietistici e ancor meno il charity business a strappare lโ€™Africa e il suo popolo in fuga alla miscela letale di neocolonialismo e insorgente razzismo che lโ€™Occidente inietta nelle sue stesse vene. [โ€ฆ] Gagliani racconta con cruda nettezza che lโ€™ultimo domicilio conosciuto del migrante sono le estreme periferie degradate della metropoli o i tuguri e le bidonvilles dei lavoranti in agricoltura โ€ฆ meglio dire le vite nelle mani della criminalitร  organizzata in un caso o dei caporali nellโ€™altro. Il caporalato รจ essenza dellโ€™essenza di questa narrazione”.


Articolo pubblicato il giorno 12 Febbraio 2020 - 19:41
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