Il Reddito di cittadinanza e’ costato meno del previsto. I risparmi erano attesi ed erano anche stati stimati in circa un miliardo. Ma ora che il bilancio del 2019 si e’ chiuso il ‘tesoretto’ assume proporzioni ancora piu’ ampie: la spesa per il sussidio si e’ fermata sotto i quattro miliardi, a fronte dei 5,6 stanziati nella legge di Bilancio. Ad aggiornare il tiraggio e’ l’Inps che stima da in oltre un milione di famiglie, per un totale di 2,5 milioni di persone, i destinatari del sostegno da quando la misura e’ partita ad oggi. Pero’ se si guarda al numero dei sussidi effettivamente in pagamento a gennaio, ultimo mese disponibile, allora il conto scende sotto il milione, a causa delle pratiche sospese. Nel dettaglio, l’esborso della Stato lo scorso anno e’ risultato pari a 3 miliardi 849 milioni di euro, contro i 5,6 miliardi stanziati nella legge di Bilancio. Restano in cassa quindi 1,8 miliardi. Il decreto ‘salva-conti’ aveva comunque gia’ individuato un miliardo. Tuttavia da novembre la spesa non e’ piu’ scesa sotto i 500 milioni di euro al mese. Un’uscita che per ogni nucleo, in media, corrisponde a 496 euro. Cifra che varia dal Nord al Sud di 100 euro. Al Mezzogiorno l’importo risulta di un quarto piu’ alto. D’altra parte e’ il Meridione a usufruirne di piu’, raccogliendo il 61% della platea. Basti pensare che solo Napoli, con oltre 124 mila beneficiari supera Lombardia e Veneto messe insieme. Non a caso la classifica regionale vede la Campania in prima posizione, seguita da Sicilia e Puglia. Nel complesso, tra Reddito e pensione di cittadinanza, il sostegno giunge a 1 milione e 59 mila nuclei, pari a 2 milioni 562 mila ‘teste’. Fin qui il conto che guarda a tutta la serie storica, da aprile a gennaio. Ma se si fotografa la situazione al 2020, quindi a gennaio, ecco che le prestazioni totali scendono a 989.783, circa 69 in mila in meno. Uno scarto che l’Inps giustifica con le sospensioni. Prestazioni che nel 2019 hanno avuto almeno un pagamento ma che con il passaggio al nuovo anno non risultano piu’ ‘attive’. Si tratta di pratiche messe in stand-by, per cui evidentemente sono in corso ulteriori approfondimenti. Diverse da quelle nuove ancora da valutare (113 mila), cosi’ come da quelle gia’ scartate all’origine (445 mila). Le verifiche porteranno a decretare la riammissione al beneficio o la loro decaduta. A proposito sono 60 mila i nuclei che hanno perso il sussidio nel frattempo. E’ comunque probabile che a febbraio il numero delle sospensioni si alzi ancora a causa delle scadenza legate alla dichiarazione Isee, necessaria per ottenere ma anche per mantenere il Reddito. Posto che appena la documentazione arriva l’erogazione del sussidio riprende. “Naturalmente, la sospensione non influisce sulla decorrenza maturata del beneficio”, ha gia’ avuto modo di chiarire lo stesso Inps, che verso la fine di gennaio stimava in 1,5 milioni le dichiarazioni rinnovate.
Articolo pubblicato il giorno 17 Febbraio 2020 - 22:36