Ora sappiamo cosa c’e’ sotto la faccia nascosta della Luna: coperti da una distesa di polvere grigia finissima, la cosiddetta regolite lunare, si susseguono vari strati prodotti dagli impatti che hanno modellato la superficie lunare nel corso di miliardi di anni. A vederli per la prima volta, fino a una profondita’ di 40 metri, e’ stato il radar della missione cinese Chang’e’ 4, che nel gennaio 2019 ha portato il rover YuTu-2 sul fondo del cratere Von Karman, all’interno del piu’ grande bacino da impatto lunare, il Polo Sud-Aitken. I dati raccolti nei primi due giorni di misurazione, utili a identificare potenziali risorse per le future missioni umane, sono pubblicati sulla rivista Science Advances in uno studio che porta anche la firma di tre ricercatori italiani: Sebastian Lauro ed Elena Pettinelli, dell’Universita’ degli studi Roma Tre, e Francesco Soldovieri, dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche.
Articolo pubblicato il giorno 26 Febbraio 2020 - 19:42