ULTIMO AGGIORNAMENTO : 12 Novembre 2024 - 06:10
11.8 C
Napoli

Obesità, la Campania in una situazione drammatica, Ordine dei medici e Comune presentano progetto

SULLO STESSO ARGOMENTO

allarme obesità in Campania, con una percentuale di bambini coinvolti 
che ormai è fuori controllo, a dirlo sono i dati epidemiologici che  descrivono ormai un trend in crescita. Per questo l’Ordine dei Medici di 
Napoli ha scelto di scendere in campo con un’iniziativa concreta, facendo 
rete con le Istituzioni. Il progetto per una vita più attiva sarà 
presentato martedì 11 febbraio, alle ore 11, evento al quale sarà presente 
anche il sindaco Luigi de Magsitris, gli assessori comunali Ciro 
Borriello, Lucia Francesca Menna e Luigi Felaco, la Uisp Napoli con il 
Presidente Antonio Mastroianni e L’associazione Medici Diabetologi 
Italiana con il consigliere nazionale napoletano  Ernesto Rossi. Il Comune 
di Napoli offrirà nell’occasione una panoramica dei parchi gestiti 
dall’amministrazione con accesso libero e di tutti i luoghi nei quali è 
possibile svolgere gratuitamente attività motoria. A promuovere il 
progetto di contrasto alla sedentarietà e all’obesità, oltre al presidente 
Silvestro Scotti, il dottore Rea Bernardino, (pediatra di famiglia e 
componente della commissione “CUG”), i consiglieri Vincenzo Schiavo, e 
Clara Imperatore, ma più in generale tutto il Consiglio dell’Ordine dei 
Medici di Napoli, pronto a spendersi affinché si potesse realizzare un 
momento concreto di confronto e di programmazione assieme al Comune di 
Napoli. I dati raccontano di una Campania che ha il 44% di bambini in 
eccesso ponderale, contro una media nazionale del 33%. Questo conferisce 
alla nostra regione il primato non invidiabile di essere la prima d’Italia 
(rispetto alla percentuale di bambini in eccesso ponderale). Inoltre, per 
quel che riguarda lo sport, il 23% dei bambini campani risulta essere 
inattivo, mentre la media nazionale è ben al di sotto (17%). Le cose non 
migliorano quando dai bambini si passa agli adulti (18-65 anni). Anche in 
queste fasce d’età la Campania continua a detenere il primato per quota 
più alta di persone in eccesso ponderale (poco più della metà:50,5%) e per 
quanto riguarda la sedentarietà è al secondo posto dietro la Basilicata 
con il 50% di campani che sono sedentari. Infine, anche per la popolazione 
con più di 64 anni, la Campania detiene il primato in Italia con il 66% 
della popolazione in eccesso ponderale e con il 55% di persone sedentarie.
“Se ci si può spostare per andare a lavoro in bicicletta in 15 minuti,  se 
per fare la spesa puoi arrivare al supermercato in 15 minuti a piedi. Se 
puoi fare lo stesso per andare al parco, accompagnare a scuola i ragazzi, 
allora sei in quello che si chiama città dei 15 minuti dove il quartiere 
da’ le maggiori e migliori risposte per la sostenibilità sanitaria e 
ambientale. Questo è il modello che sta inseguendo Parigi, questo è il 
modello che noi medici proponiamo anche per l’SSN partendo dalla medicina 
del territorio. Studi dotati di tutte le tecnologie necessarie per il 
primo livello di diagnosi, che siano capillari e prossimi ai pazienti. Da 
raggiungere in 15 minuti a piedi, per combattere nel nostro piccolo – che 
poi tanto piccolo non è – la sedentarietà”.
Questa la visione di Silvestro Scotti, per una medicina territoriale che 
sia sempre più in condizione di gestire le cronicità e vicina ai pazienti.
“Perché no, questo potrebbe essere un modello anche per Napoli, capoluogo 
di una regione nella quale la sedentarietà degli anziani per di più 
cronici sta diventando un grosso problema se associato ai tassi di obesità 
infantile e queste due evenienze possono essere le vere sfide per la 
sostenibilità”.
“Per migliorare la qualità della vita e per vivere più a lungo – afferma 
Bernardino Rea – è  necessario eliminare i fattori di rischio delle 
malattie croniche non trasmissibili. Per eliminare questi fattori di 
rischio è necessario la collaborazione di più settori della vita pubblica, 
quello sanitario, scolastico e politico. Inoltre gran parte della spesa 
sanitaria è legata alle MCNT per cui  ridurre l’incidenza di queste 
malattie potrà garantirci ancora la  gratuità del servizio sanitario   
nazionale, che già in molti paesi non esiste più”.
La sedentarietà è più frequente all’avanzare dell’età, fra le donne e fra 
le persone con uno status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà 
economiche o basso livello di istruzione. A livello globale i dati 
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineano che l’86% delle 
morti e il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia sono 
determinate da patologie croniche non trasmissibili. Nel nostro Paese le 
malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono ritenute responsabili, per 
il 2010, del 92% dei decessi totali registrati, in particolare le malattie 
cardiovascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche 
(5%) e il diabete (4%). Le MCNT  hanno come minimo comune denominatore 4 
principali fattori di rischio: fumo, abuso di alcol, scorretta 
alimentazione e inattività fisica. Queste ultime due condizioni sono poi 
alla base dell’allarmante e continuo aumento della prevalenza di 
sovrappeso e di obesità nelle popolazioni occidentali e in quelle in via 
di sviluppo. L’inattività rappresenta il quarto più importante fattore di 
rischio per mortalità globale. Ecco perché L’obiettivo di tale movimento è 
ridurre la mortalità per malattie croniche non trasmissibili e anche la 
spesa del sistema  sanitario connessa a tali malattie.


Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2020 - 13:05

Torna alla Home
facebook

DALLA HOME

googlenews

CRONACA NAPOLI

PUBBLICITA

Cronache è in caricamento