La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo in ambito sanitario, sei medici della struttura ospedaliera evangelica Villa Betania di Napoli, nell’ambito dell’indagine sulla morte di Rosa Andolfi, 29 anni, deceduta la notte tra il 19 e 20 febbraio dopo avere partorito un bambino (che sta bene). Lo rende noto il legale della famiglia della giovane mamma deceduta, l’avvocato Amedeo Di Pietro. Il prossimo 3 marzo ci sarà il giuramento dei quattro consulenti (un medico legale, un ginecologo, anestesista rianimatore e anatomopatologo) nominati dal sostituto procuratore titolare del fascicolo. Lo stesso giorno sarà fissata la data dell’autopsia alla quale assisteranno anche i consulenti nominati dall’avvocato Di Pietro (i professori Pietro Tarsitano e Domenico Caruso e il dottore Maurizio Municinò). Secondo la ricostruzione dell’accaduto fatta dal legale, alla luce di tre incontri con la paziente l’anestesista dell’ospedale Villa Betania incaricato di analizzare il caso della donna, affetta da una lieve forma di sindrome di Tourette (tic motori e fonatori incostanti), aveva deciso di evitare una anestesia parziale (attraverso l’ epidurale) in favore di quella totale, per evitare che eventuali spasmi dei muscoli laringo-faringei determinati dalla coscienza di quanto stava accadendo (il parto attraverso taglio cesareo) potessero determinare problemi respiratori. La donna, nei giorni di ricovero, è stata anche sottoposta, come da prassi, a una visita cardiologica dalla quale non sarebbero emersi problemi cardiologici ma una cosiddetta “fame d’aria”, di natura nervosa. Rosa Andolfi, il successivo mercoledì, venne sottoposta a un taglio cesareo con una anestesia locale (attraverso l’epidurale). Dopo essere entrata in sala operatoria alle 16,30 ha partorito il suo bambino alle 17,10. A mezzanotte i sanitari hanno comunicato al compagno, al fratello e a tutta la sua famiglia il decesso sul quale ora gli inquirenti stanno cercando di fare luce.
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