“Esistono a Napoli dei quartieri-Stato, dove la riappropriazione del territorio da parte delle forze dell’ordine e’ ancora lontana dall’avvenire nonostante lo sforzo continuo. Dove invece vige l’idea che chi ci abita ne e’ il padrone”. Questa la denuncia del procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, durante il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli. “La latitanza del camorrista Marco Di Lauro che usciva di casa e andava a fare la spesa dimostra che protegge piu’ il rione che il bunker”. Il pg fa poi riferimento ai troppi episodi di violenza che coinvolgono anche passanti estranei alle logiche criminali, con la Campania chedetiene il triste primato delle vittime per caso. “Ricordiamo l’agguato camorristico che nel maggio del 2019 in piazza Nazionale a Napoli ha determinato il ferimento di una bambina di soli quattro anni. Assistiamo a gravi aggressioni a medici e ad altri operatori sanitari, tanto che che e’ sorta l’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ – dice Riello – si assiste a scorribande di teppisti, in specie minorenni e comunque giovanissimi, anche in pieno centro e non si arrestano le famigerate stese soprattutto alla Sanitaà e ai Quartieri Spagnoli”.
Sulla questione della criminalità minorile “siamo di fronte a risultati che definirei incoragginati” poiché c’è “una diminuzione delle notizie di reato relative a minorenni nel corso del 2019, circa 60 in meno”. Ha sspiegato ancora Luigi Riello. Diminuuti i reati di associazione di stampo mafioso (11 nel 2019 a fronte dei 16 dell’anno precedente), associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti (11 invece di 26), omicidi consumati (8 invece di 9), tentati omicidi (13 invece di 22), spaccio di stupefacenti (182 invece di 307), furti (193 invece di 291), rapine (da 167 a 121). Riello evidenzia però che “Resta tuttavia il preoccupante spaccato di una popolazione giovanile che, negli ultimi anni, appare non marginalmente ‘compromessa’ con siginificativi arruolamenti nelle fila del crimine organizzato”. “Permangono, pur in un contesto migliorato, fatti di violenza, ad opera di singoli o di bande di minori che, come si è più volte denunciato, provengono prevalentemente da famiglie frantumate e da contesti ambientali altamente disagiati. spiega il procuratore generale della Repubblica che poi sottolinea che per il risanamento delle periferie e il recpuero dei giovani violenti e sbandati “occorrerebbe investire moltissimo denaro” poiché “si tratta di una priorità assoluta, non eludibile o sottovalutare. Purtroppo non è così e lesinare in questo settore è un vero delitto di cui lo Stato non può macchiarsi”.
Il Procuratore generale ha parlato della “questione morale esplosa anche nella magistratura ” “Non possiamo mettere la sordina alla deflagrazione istituzionale avvenuta nel CSM – ha detto Riello- dobbiamo essere ancora piu’ inflessibili rispetto a quanto facciamo per la corruzione in politica se parliamo di casa nostra “. Il PG presso la Corte d’Appello di Napoli ha ricordato “i due magistrati del Distretto coinvolti nella questione morale”. “Le degenerazioni correntizie nel CSM sono una realta’ “, ha aggiunto. “Ma voglio ricordare- ha concluso Riello – che le pentole maleodoranti sono state scoperte da altri magistrati. Le erbacce vanno decisamente radicate, ma sulla nave dei salvatori della Giustizia non debbono salire quelli che vogliono presentare il conto ai magistrati seri”
Articolo pubblicato il giorno 1 Febbraio 2020 - 17:55