Dall’euforia alla delusione, la storia si ripete. Il Napoli che non riesce ad essere affidabile e costante e che si accende solo ad intermittenza, è condannato a ripartire dal fondo per cercare di dare una senso ad una stagione fragile e disarticolata. Con il campionato che inizia a lasciare sempre meno spazi all’illusione per un posto in Europa, alla squadra di Gattuso resta nell’immediato la Coppa Italia come punto focale per tenere alta l’autostima, il tasso di adrenalina e lasciare il segno della propria vitalità in attesa di giocarsi gli ottavi di Champions contro il Barcellona. Aver eliminato nei quarti la Lazio, che ha dato il viatico al successo poi in campionato sulla Juve e a Genova sulla Sampdoria, sembrava avesse dato la decisiva spinta propulsiva alla squadra che si è poi sgonfiata nuovamente uscendo malconcia dalla sfida in casa contro il Lecce facendo riemergere limiti e fragilità e ripiombare l’ambiente nello sconforto. Ora per Insigne e compagni c’è la possibilità di un pronto riscatto contro l’Inter neocapolista del campionato, quanto di più stimolante per provare a cambiare di nuovo il piano inclinato e riconquistarsi la fiducia. Nella sfida di andata a San Siro il tecnico sembra intenzionato a cambiare mettendo dentro Meret, Manolas, Callejion e Mertens (mai partito titolare con Gattuso) e dunque affidarsi all’usato sicuro. Due i vulnus he stanno continuando a mettere in crisi il Napoli, da una parte il centrocampo che non copre e la difesa che non tiesce a regge l’urto subendo otto gol nelle ultime quattro sfide. Quanto basta per accendere di nuovo la spia facendo sprofondare la squadra all’11/mo posto, lontano dalle zone nobili del campionato. Gattuso che in campionato ha ottenuto tre vittorie e cinque sconfitte (con una media punti di 1,1 a partita inferiore a quella di Ancelotti, approdato felicemente nel calcio inglese) punta ad un turn over ragionato anche perchè la Coppa nazionale resta uno degli obiettivi più alla portata dei partenopei e di fatto anche la strada meno accidentata per conquistarsi un posto in Europa in vista della prossima stagione così da continuare a progettare e avviare un ciclo. Gattuso sa che non può sbagliare. La società lo ha messo in condizione, con i nuovi acquisti di gennaio (da Demme a Lobotka e Politano), di far uscire la squadra dal cono d’ombra nel quale non riesce a liberarsi. Il Napoli paga anche lo scarso apporto di Koulibaly, reduce da un infortunio, che non è rientrato al meglio e di Maksimovic che lamenta ancora limiti fisici e anche di tenuta. I tifosi hanno chiamato ‘Ringhio Star’ all’appello e lo stesso presidente ha fatto intendere che è vietato sbagliare ancora. La Coppa è diventato un obiettivo non impossibile e potrebbe essere la migliore occasione per provare a restituire il sorriso ad una tifoseria che in sei mesi ha vissuto sulle montagne russe delle emozioni. E c’è chi si appella alla cabala: L’unica occasione in cui Inter e Napoli si sono affrontate in una sfida di andata e ritorno in Coppa Italia è stata nelle semifinali del 1997. I partenopei passarono il turno ai calci di rigore dopo un doppio pareggio. C’era Gigi Simoni in panchina che poi perse la Coppa in finale contro il Vicenza. E Gattuso una sola volta da tecnico ha superato l’Inter e o ha fatto in Coppa Italia. Vietato fermarsi. L’entusiasmo per la vittoria nel derby che ha riportato l’Inter in testa alla classifica va gestito e cavalcato nella giusta maniera dalla squadra di Antonio Conte, attesa da un tour de force complicato prima della sosta di fine marzo. Perché il rischio, più che soffrire di vertigini – Handanovic e compagni hanno già dimostrato di non soffrire le altitudini della vetta della Serie A – è quello di perdere di vista gli altri due obiettivi stagionali, la Coppa Italia e l’Europa League, entrambi alla portata del club di Steven Zhang, con la speranza di continuare a cullare il sogno scudetto. Già, perché a 72 ore dall’incredibile rimonta contro il Milan per i nerazzurri sarà già tempo di tornare in campo per la semifinale di andata contro il Napoli, in cerca di riscatto dopo il tonfo interno contro il Lecce. Ecco perché l’ex ct della nazionale dovrà esser bravo a far smaltire ai suoi con attenzione la ‘sbornia’ post derby. Che ha fatto salire a mille l’euforia del termometro nerazzurro. Nell’ambiente e non solo. Domenica però l’Inter farà visita all’Olimpico alla Lazio, in uno scontro diretto per il titolo che vale più dei canonici tre punti. E successivamente ripartirà l’Europa League con il doppio confronto con il Ludogorets. Conte dovrà quindi gestire al meglio la rosa con un turnover ragionato, fermo restando che nel prossimo mese e mezzo ci sarà bisogno di tutti. A cominciare da Lautaro Martinez, che dopo l’espulsione rimediata con il Cagliari è rimasto a guardare nelle sfide contro Fiorentina e Milan, ricaricando le batterie in vista del rush finale di stagione. Per rivedere la Lu-La splendere in campo bisognerà aspettare però verosimilmente domenica sera. Probabile infatti che contro i campani Romelu Lukaku possa usufruire di un turno di riposo, almeno dal 1′: toccherà ad Alexis Sanchez far coppia con il centravanti argentino. Per il resto Conte farà rifiatare anche gli esterni Young e Candreva. Chance dall’inizio per Moses, che negli spezzoni disputati finora ha già dimostrato di essersi calato nella parte, e opportunità anche per Biraghi, che da quando è arrivato l’esterno inglese dal Manchester United ha avuto poco spazio per mettersi in mostra. Dopo l’esclusione nel derby invece Christian Eriksen si candida per una maglia da titolare, in un centrocampo in cui – condizione permettendo – dovrebbe trovare spazio anche Stefano Sensi. Con tre obiettivi potenzialmente alla portata, l’Inter non può permettersi di lasciare indietro per strada nessuno.
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