Un’inchiesta giudiziaria, derivante dalle indagine della DIA di Napoli, ha appurato l’influenza e l’operatività del clan casalese dei Zagaria nella gestione degli appalti all’interno dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.
Dall’inchiesta è emerso che i Zagaria avrebbero avuto stretti legami con il mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria, in modo da poter avere il monopolio sugli appalti dei lavori all’interno dell’ospedale di Caserta. Infatti sono stati notificati tre decreti di confisca nei confronti di 3 imprenditori, operanti nel campo edile e tecnologico, per i loro rapporti economici con il clan Zagaria, derivanti da operazioni sugli appalti dell’ospedale.
“E’ sconcertante come la camorra possa mettere le proprie mani ovunque anche sulla sanità, controllando appalti, gestione e pure le assunzioni. All’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano abbiamo fatto diverse denunce per segnalare disservizi e vicende gravi avvenute all’interno dell’ospedale. Addirittura scoprimmo che un dipendente già con gravi precedenti penali non si recava a lavoro da tre mesi, non poteva andare a lavoro perché era stato arrestato per spaccio di stupefacenti. Se non fossi intervenuto non si sarebbe svelato il mistero, o comunque chissà quanto tempo ci avrebbero impiegato a intervenire licenziandolo. Ancora oggi nessuno ci ha spiegato come sia stato possibile che l’amministrazione dell’ospedale ci abbia messo tre mesi per rendersi conto della situazione. Gli amministratori, i politici e gli imprenditori corrotti e collusi sono sullo stesso piano dei camorristi e quindi vanno trattati come tali a livello giuridico, sono loro che danno potere alla camorra.” – ha commentato il Consigliere Regionale dei Verdi e membro della Commissione Sanità Francesco Emilio Borrelli.
Articolo pubblicato il giorno 10 Febbraio 2020 - 15:10