Il sen. Sabrina Ricciardi ha presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti e a quello del Lavoro e delle politiche sociali in merito al rischio di trasferimento e cassa integrazione per i 120 lavoratori dell’indotto ferroviario sannita in seguito alla elettrificazione delle tratte. “Premesso che l’elettrificazione del tratto ferroviario Benevento-Avellino-Salerno ha un costo stimato in circa 230 milioni di euro – scrive il sen. Ricciardi – e che l’opera è finanziata dalla Regione Campania, dal Governo e dalla Comunità europea; che i lavori permetteranno la sostituzione dei treni a gasolio con quelli elettrici, meno inquinanti e più veloci e che sulla tratta potranno continuare a circolare i treni alimentati col diesel per altri due anni, dopodiché – non rispettando più le vigenti normative – dovranno essere demoliti; e ancora la manutenzione dei treni che percorrono la citata tratta è affidata ad un impianto situato presso la città di Benevento. Tale struttura, che impegna oltre 100 lavoratori, è adibita al trattamento esclusivo di vettori a diesel”. “Considerato che – prosegue la Ricciardi – in occasione dell’ultimo contratto di servizio regionale, sottoscritto dal Presidente della Regione Campania, non sono stati previsti investimenti specifici atti a consentire una riconversione all’elettrico del suddetto impianto di manutenzione, che rischierebbe così di chiudere, e che pertanto per i lavoratori dell’impianto non resterebbe che la via della cassa integrazione o del dislocamento presso le officine di Napoli. Tenendo presenti i costi, i tempi e la fatica per raggiungere quotidianamente il nuovo posto di lavoro, questa soluzione potrebbe spingere le risorse al licenziamento o all’emigrazione, depauperando Benevento di ulteriore forza lavoro, si chiede di sapere – interroga l’esponente del Movimento 5 Stelle – se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e se, nell’ambito delle rispettive competenze, intendano adottare iniziative al fine di scongiurare l’eventuale rischio sopra descritto anche prevedendo nel caso, di concerto con la Regione Campania, un piano specifico di riassorbimento dei lavoratori”. Si ricorda che i lavori per la trasformazione necessitano di almeno 4 anni per la prima tratta e 6 mesi per la seconda. Questo comporterà una sensibile diminuzione dei treni che transiteranno per la città di Benevento. Questi lavoratori che hanno famiglie finora sono stati totalmente ignorati dalla Regione Campania. Il contratto di servizio regionale (della durata di 15 anni) da poco sottoscritto con Trenitalia non prevede investimenti specifici per l’impianto beneventano, mentre avrebbe potuto determinare una riconversione almeno ibrida (“diesel-elettrico”) delle relative strutture di manutenzione. Nel 2021 i treni a diesel che insistono sulla tratta andranno in demolizione, perché avranno superato i 40 anni, e quindi non rispetteranno più vari protocolli e parametri, come le normative anti-inquinamento imposte dalla Comunità europea. Rendere gli impianti di manutenzione di Benevento capaci anche di ‘trattare’ e aggiustare vettori ‘adibiti per le linee elettrificate’, consentirebbe di risolvere il problema, ma finora non c’è stata alcuna volontà politica da parte del governo regionale nell’intraprendere questa strada.
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