“Ricorre domani il settimo mese del barbaro assassinio di mio marito Mario, credente, valoroso Carabiniere, che aveva dedicato la propria vita cristiana al servizio del prossimo e in particolare degli ultimi, assassinio che non puo’ e non deve restare impunito”. Lo afferma in una nota Maria Rosaria Esilio, moglie del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a Roma il 26 luglio scorso. “La nostra storia di giovani sposi – prosegue la donna – stroncata da mani criminali, ha commosso il mondo, ha scosso le coscienze e turbato la serenita’ delle tante persone umili, semplici, che sperano nella provvidenza come sperava l’amatissimo Mario, persone che debbono competere ogni giorno con una minoranza che tende ad avvelenare la societa’ con efferati delitti. Con la morte di Mario e’ finita anche la mia famiglia, perche’ nella tomba sono finiti anche i nostri figli mai nati e tutti i nostri sogni, di modo che l’esistenza si e’ ridotta a vivere di ricordi e immaginare come sarebbe stato straordinario vivere insieme”.
Compariranno in aula per la prima volta, salvo cambiamenti dell’ultima ora, i 20enni californiani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort, in carcere da fine luglio per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate. Domani a Roma si apre il processo in corte d’assise che vede i due americani rispondere di concorso in omicidio, tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni (in relazione alle ferite riportate nella colluttazione dal carabiniere Andrea Varriale, il collega della vittima); gli avvocati degli imputati sono pronti a dare battaglia per dimostrare che Elder non sapeva che l’uomo aggredito in bermuda e ciabatte fosse un militare dell’Arma e che Hjort era stato maltrattato quando venne portato in caserma al momento del fermo. L’udienza si annuncia affollata con decine di richieste di accredito pervenute alla corte d’assise da parte di giornalisti, fotografi ed emittenti televisive, soprattutto americane.
Cerciello Rega fu ucciso il 26 luglio scorso dopo essere stato aggredito nel quartiere Prati a pochi passi dall’hotel Le Meridien dove alloggiavano i due americani. Qualche ora prima, Elder e Hjort erano stati a Trastevere alla ricerca di un po’ di droga: imbrogliati da un pusher, i due se la presero con un intermediario, Sergio Brugiatelli, al quale portarono via uno zaino contenente soldi e documenti. Per la restituzione della borsa, in cambio di soldi, i due californiani concordarono con Brugiatelli un appuntamento nel quartiere Prati. All’incontro, pero’, si presentarono Cerciello Rega e Varriale che furono aggrediti da Elder e Hjort: il vicebrigadiere ebbe la peggio e mori’. Gli aggressori scapparono ma il loro arresto scatto’ dopo qualche ora.
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