Stagione altalenante, che ha prodotto più di uno scossone: l’ammutinamento prima, l’esonero di Ancelotti poi. La fine, vera, di un ciclo, quello del Napoli sarrista orfano del suo comandante. Infine l’arrivo di Rino Gattuso, per gli amici Ringhio, per Aurelio De Laurentiis Ringhio Star, quinto membro ideale dei Beatles, forse quello che sarebbe bastato a Lennon e soci per non dividersi. Ecco, non un traghettatore ma un mediatore su cui gettare le basi per costruire daccapo un nuovo ciclo. Metafora abbastanza ampia ma efficiente per capire meglio il ruolo di Gennaro Gattuso sulla panchina del Napoli: un uomo del Sud, del vero Sud. E poi ancora un uomo di campo, una gloria sul rettangolo e negli spogliatoi voce autorevole, quasi una garanzia. E, ci perdoneranno i credenti per una eventuale blasfemia, più indicato di Ancelotti, immerso sì nella realtà napoletana eppure così lontano da certi automatismi che nella terra di Partenope, negli anni, si sono abbastanza consolidati. Dall’arrivo di Gattuso, intanto, checché se ne dica, qualcosa è cambiato: nella testa dei giocatori, perché Gattuso ha fatto lo psicologo; nello spogliatoio, perché Gattuso ha messo in gioco prima l’uomo, poi il professionista; nell’atteggiamento, perché il Napoli oggi magari vince ancora poco, convince a tratti, eppure ha una identità, è qualcosa di concreto e meno astratto. Ma, per dirla con Galileo, eppur si muove: lo scivolone col Lecce forse è l’unico incidente di percorso per un 2020 iniziato con le migliori aspettative: vittoria con la Juve, vittoria con la Sampdoria, vittoria contro il Cagliari, vittoria contro il Brescia, quinto posto riagganciato e, soprattutto, finale di Coppa Italia ad un passo.
La principale coppa nazionale è infatti entrata nel vivo: le semifinali di andata si sono già giocate e se per Juve e Milan viga la più alta delle incertezze, con la sfida che si deciderà allo Stadium, il Napoli di Gattuso si è dato già un grande vantaggio , vincendo proprio nella San Siro nerazzurra con un gol-capolavoro, tra i tanti, di Fabian Ruiz. Per le gare di ritorno è già tutto pronto: il Napoli ha il doppio vantaggio della vittoria esterna e del San Paolo, che ha parzialmente ricucito i suoi strappi intestini e che è pronto alla più scottante delle rivincite, per riscattare la vittoria nerazzurra a Fuorigrotta per 1-3 nello scorso mese di gennaio. Quella di un Napoli già di Gattuso ma non ancora Gattusiano, vittima di se stesso e delle sue ombre. Un mese e poco più dopo, quel Napoli va via via sbiadendosi facendo spazio ad una squadra che emana concretezza, solidità, lucidità. Per il Napoli è una occasione troppo ghiotta: gli azzurri non possono, ma devono crederci. Perché Roma è quantomai vicina ed anche nei bookmakers la fiducia è cresciuta. Infatti il trionfo del Napoli in Coppa Italia è quotato a 2.75, a ribasso rispetto a quello dell’Inter (5.50) e del Milan (11). La Juve parte chiaramente favorita, con quota a 1.85 ma i bianconeri, sconfitti contro la Lazio lo scorso anno, sono già state vittime illustri degli azzurri, qualche anno fa, all’Olimpico. Il trionfo in Coppa Italia chiuderebbe il cerchio. E darebbe la certezza delle certezze: il Napoli, in tal caso, sarebbe realmente tornato, dopo mezza stagione di sbandamento…
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