«Nei giorni scorsi, avevamo già segnalato un serio rischio di contagio di malattie infettive per gli operatori e per gli utenti negli Uffici Immigrazione, passaporti, etc. delle Questure ed alcune altre OO.SS. ci avevano definiti “allarmisti”. Adesso che il virus Covid-19 (Coronavirus) ha mietuto le prime vittime ed è la stessa Direzione Centrale di Sanità con la seconda Circolare in pochi giorni a dettare le disposizioni per la messa in sicurezza della salute degli operatori di polizia, invitiamo chi ci aveva dato quell’appellativo a farsi un esame di coscienza! Quindi, non siamo allarmisti, siamo semplicemente realisti».
Così inizia l’intervista a Elvio Vulcano, Portavoce Nazionale del sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza),
D.: Ci faccia un esempio.
R.: Se al nuovo Coronavirus sono dedicate tutte le notizie di apertura dei TG, dei giornali radio, dei più importanti organi di informazione, se autorevolissimi membri del Governo, ad iniziare dallo stesso Presidente del Consiglio, per finire al Capo della Protezione Civile Nazionale dedicano ore e ore a parlare di questo virus ed a cercare di tranquillizzare la popolazione, se vengono intervistati virologi, infettivologi e specialisti di ogni genere a tutte le ore del giorno e della notte, se vediamo ascoltiamo giornalisti inviati in ogni dove nel mondo per parlare delle situazioni che le popolazioni stanno vivendo, mi chiedo, siamo allarmisti o siamo realisti? La popolazione in genere, ed i colleghi che, per motivi di lavoro, si trovano a contatto con persone di cui non conoscono i movimenti più recenti in giro per il globo, dopo questo bombardamento di notizie, hanno ragione o no di preoccuparsi?»
D.: Nei giorni scorsi è stata pubblicato un articolo con una intervista al rappresentante di LeS a Cosenza. Che sviluppi ci sono stati?
R.: «lo scorso 6 febbraio il nostro Segretario Generale Provinciale di Cosenza Renato Guaglianone, con un comunicato inviato anche alla stampa, segnalava ancora una volta le condizioni deplorevoli che Operatori di Polizia ed Utenti giornalmente sono costretti a sopportare presso gli Uffici Immigrazione della Questura di Cosenza e nei Commissariati di P.S., cioè Uffici in cui si rilasciano passaporti, porti d’arma e dove affluiscono ogni giorno decine e decine di persone. Ovviamente quella di Cosenza non è una situazione isolata e particolare, ma essa rispecchia quella di molte Questure d’Italia e proprio per questo motivo, noi di LeS, ne avevamo dato risalto a livello nazionale.»
D.: Vulcano, ci può spiegare chi vi ha dato degli allarmisti ed oggi si deve fare un esame di coscienza?
R.: «Siamo rimasti veramente stupefatti quando abbiamo letto, (sull’unico giornale locale che gli ha dato spazio) un comunicato a firma di alcune sigle sindacali della Polizia, che intitolava “CORONAVIRUS, SOLO ALLARMISMO”. Un comunicato a firma multipla a piena difesa del Questore di Cosenza. Pensavamo che anche le altre organizzazioni sindacali erano (pur con idee diverse) a difesa del personale che esse rappresentano, ma, evidentemente non la pensiamo tutti allo stesso modo.»
D.: cos’è cambiato ad oggi?
R.: «nel giro di pochi giorni la Direzione Centrale Sanità del Dipartimento della P.S., ha diramato ben due circolari in materia e lo scorso 22 febbraio con Prot.850/A.P.1-1596 ne ha inviata un’altra a tutti gli Uffici di Polizia d’Italia, raccomandando, per gli uffici in cui si riceve il pubblico, di evitare sovraffollamento dei locali e assicurare la frequente aerazione degli stessi, di curare che venga effettuata un’accurata pulizia e disinfezione delle superfici con candeggina, di mantenere un’adeguata distanza con gli utenti ecc.. Una circolare che, sostanzialmente, ricalca quanto segnalavamo! Ma non solo questa, molte sono le circolari che si susseguono ora dopo ora, nei diversi Uffici d’Italia.»
D.: In conclusione, Vulcano, cosa chiede LeS?
R.: «Noi non chiediamo nulla, dovrebbero essere le Autorità ed i cittadini a preoccuparsi! Vede, personalmente sono un ottimista, ma questo non vuol dire non prepararsi per il peggio! Se la diffusione del virus dovesse assumere caratteri eclatanti come dice in una recente intervista Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica e membro del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Bisognerà garantire l’ordine pubblico, e visto che noi poliziotti siamo sempre sotto organico, non manderei il personale sprovvisto di protezioni, facendolo rischiare più degli altri cittadini, ma gli darei tutti i presidi medici necessari. Pensate a cosa accadrebbe se, a causa di un temuto contagio, si dovesse procedere alla chiusura di uffici fondamentali della Polizia o dei Carabinieri o chi assicurerebbe il controllo del territorio. Tuttavia, voglio concludere con una nota di ottimismo: siamo sicuri che non si verificherà nessuna epidemia ed, a quel punto, saremo contenti d’essere stati considerati allarmisti. Ma meglio allarmisti che sottovalutatori».
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