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Guarito cinese a Roma, il primo contagiato in Italia

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Sono passati 24 giorni da quando furono soccorsi nell’albergo dove alloggiavano al centro di Roma da un’ambulanza con personale con tute bianche e mascherine per essere trasportati allo Spallanzani. Ora i coniugi cinesi – primi due casi confermati di coronavirus in Italia – si avviano velocemente alla guarigione. Dopo aver attraversato un momento critico le loro condizioni sono migliorate di giorno in giorno. E oggi, durante una conferenza stampa nell’istituto per le Malattie infettive della Capitale, e’ arrivato l’annuncio: l’uomo “si e’ negativizzato”. E’ uscito da qualche giorno dalla terapia intensiva e si trova in reparto. “Non necessita di terapia con ossigeno – hanno sottolineato i medici nel bollettino – si alimenta autonomamente e sta iniziando la riabilitazione motoria”. Anche la moglie e’ in miglioramento: e’ ancora ricoverata in terapia intensiva, ma respira spontaneamente. “E’ vigile, contattabile e risponde alle nostre domande”, e’ stato evidenziato. Dimesso in giornata dallo stesso ospedale il giovane ricercatore italiano contagiato da coronavirus e trasferito nelle scorse settimane dalla cittadella militare della Cecchignola, dove era in quarantena con gli altri italiani rientrati da Wuhan. “Due buone notizie in un quadro serio. La rete sta reagendo positivamente”, ha affermato l’assessore regionale alla Salute Alessio D’Amato, durante la conferenza stampa. “La rete infettivologica regionale sta funzionando a pieno regime”. Presto anche Niccolo’, il 17enne di Grado bloccato per due volte in Cina a causa della febbre ma risultato negativo ai test, potra’ tornare a casa. “Sta benissimo e uscira’ al termine della quarantena”, hanno detto i medici. Un “grazie sincero a medici e infermieri” dello Spallanzani arriva oggi dalla figlia della coppia di cinesi, che in questi giorni si trova in Italia. E anche l’ambasciata cinese a Roma, attraverso un rappresentante, ha ringraziato pubblicamente la struttura: “Esprimiamo il massimo rispetto a medici e infermieri dello Spallanzani che hanno fatto sforzi per salvare i due cittadini cinesi”. Intanto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico della struttura d’eccellenza nella lotta al coronavirus, ha invitato a non “farsi prendere dall’allarmismo”. “Sono aumentati gli accessi per paura, non per bisogno”, ha detto. Ippolito ha infine sottolineato: “E’ una malattia non mortale, la ricerca fa grandi passi avanti. Il sistema funziona, il Paese regge”.


Articolo pubblicato il giorno 22 Febbraio 2020 - 16:46

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