“Sono state tre donne a portare a termine l’isolamento del coronavirus. E’ bello che lo siano”. A parlare delle ricercatrici Maria Rosaria Capobianchi, direttore del laboratorio di Virologia dell’Inmi Spallanzani di Roma, e delle ricercatrici Francesca Colavita e Concetta Castilletti, che hanno raggiunto oggi l’importante traguardo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di ‘In Mezz’ora’ su Rai 3. “Stamattina ero andato allo Spallanzani dopo la consueta riunione della task force sul coronavirus – ha detto Speranza – per ringraziare donne e uomini che ormai 24 ore al giorno seguono questa vicenda. Abbiamo un grande servizio sanitario nazionale, i nostri medici sono un valore straordinario del nostro Paese. Mentre ero lì in visita è arrivata la notizia che campeggia ormai sui siti di tutto il mondo e cioè che il coronavirus è stato isolato e ne è stata ricostruita la sequenza genomica. Oggi gli scienziati potranno studiarlo e capirne le reazioni e abbiamo deciso da subito di mettere a disposizione di tutta la comunità i dati, perché tutti gli scienziati sono a lavoro nel mondo. Sono sinceramente molto orgoglioso, anche a nome di tutto il governo, di questo lavoro”. “L’Italia – ha ricordato la virologa Ilaria Capua – lavora a livello di eccellenza anche in network e sono felice per due motivi: il primo è che il nostro Paese è grande fonte di scienza, ma soprattutto perchè finalmente le istituzioni scientifiche hanno messo da parte il loro ego e hanno capito che per lavorare in una emergenza internazionale bisogna condividere i dati e le sequenze, per mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle di cui non conosciamo l’immagine di riferimento”.
“Allo Spallanzani di Roma abbiamo isolato il coronavirus che sta tenendo col fiato sospeso tutto il mondo. Significa poterlo studiare, capire e significa quindi provare a bloccarlo. E’ stata appunto un’equipe di donne a riuscire nell’impresa mondiale, tra loro anche una ricercatrice precaria”. Cosi’ su Facebook la capogruppo della Lista Zingaretti in Consiglio regionale del Lazio Marta Bonafoni. “Segnamoci i loro nomi – aggiunge – Maria Rosaria Capobianchi , Francesca Colavita, Concetta Castilletti. Grandissime. Sanità pubblica e personale pubblico. Ricordiamocelo da qui in avanti. Io me lo ricorderò”. “Dobbiamo essere grati ai ricercatori e ai medici dell’Istituto Spallanzani – ha scritto poi in una nota Bonafoni – che, sotto la guida del direttore scientifico Giuseppe Ippolito, sono riusciti ad arrivare a questa scoperta in cosi’ poco tempo, dimostrando ancora una volta che nella nostra Regione ci sono eccellenze straordinarie che vanno sostenute. L’uscita dal commissariamento della Sanità, frutto di un lavoro portato avanti in questi anni dal presidente Zingaretti e dall’assessore D’Amato,.
Nell’equipe del laboratorio di virologia e biosicurezza dell’Inmi, Istituto nazionale malattie infettive, Lazzaro Spallanzani dove lavorano 30 tra ricercatori e medici che effettuano quella che si chiama “ricerca traslazionale” ossia una ricerca che viene direttamente applicata alla cura. La direttrice del laboratorio, Maria Capobianchi, ha spiegato questa mattina in un punto con la stampa come si e’ riusciti a ottenere questo risultato. “La diagnosi – ha detto – è stata fatta su base molecolare, e cioè la ricerca dell’Rna del virus, in tempo di record sui primi nostri due pazienti. Sempre a tempo di record abbiamo ottenuto il virus isolato in coltura, cioè il campione biologico del paziente che è stato fatto crescere su delle cellule e dopo circa 24 ore ci ha permesso di osservare l’effetto citopatico. In quella coltura abbiamo riscontrato la presenza del virus in quantità compatibile con il fatto che stava crescendo”. ormente la rete dei nostri ospedali e dell’assistenza per le persone”. Francesca Colavita di Camopobasso e’ tra le ricercatrici dell’Istituto nazionale malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma che hanno isolato il coronavirus. Ha solo 30 anni ma una vasta esperienza anche nello studio del virus ‘Ebola’. Allo ‘Spallanzani’ ha un contratto di collaborazione e lavora presso il laboratorio di Virologia e Biosicurezza. Ha partecipato anche a progetti di sicurezza e cooperazione allo sviluppo in Sierra Leone nel laboratorio installato presso il ‘Princess Christian Maternity Hospital’ di Freetown.
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