Sono circa 250 le persone a cui sono gia’ stati fatti i tamponi dopo il caso di coronavirus registrati tra Codogno e Castiglione d’Adda. Lo ha annunciato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, nel corso della conferenza stampa che ha tenuto oggi a palazzo Lombardia assieme al presidente Attilio Fontana e al suo omologo alla Protezione civile, Pietro Foroni. Il paziente 1, il primo contagiato, ha sviluppato i primi sintomi influenzali il 15 febbraio e il 18 si e’ recato al pronto soccorso di Codogno, ma dopo alcune ore e’ stato rimandato a casa. Dopo poco i suoi sintomi sono peggiorati, il 19 l’uomo e’ tornato in ospedale ed e’ stato ricoverato. In poche ore la situazione si e’ aggravata e l’uomo e’ stato portato in terapia intensiva. Solo dopo le domande insistenti del personale sanitario la moglie ha ricordato i diversi incontri avuti con un amico rientrato il 21 gennaio dalla Cina. L’uomo, portato all’ospedale Sacco, e’ risultato pero’ negativo al tampone quindi non c’e’ la certezza che sia lui il veicolo attraverso cui il coronavirus e’ arrivato in Italia. Nel frattempo sono state controllate 150 persone tra infermieri, medici e persone che erano presenti nell’ospedale di Codogno, oltre alla moglie incinta del “paziente 1”. Il presidente Fontana ha aggiunto di volere “cercare di far capire ai cittadini” che le misure che che vengono assunte “non hanno niente di drammatico e preoccupante” e ha precisato: “Sono mezzi che usiamo per evitare il contagio come in altre parti del mondo”. L’assessore Gallera ha inoltre spiegato che anche Casalpusterlengo, citta’ di 15 mila abitanti del lodigiano, e’ stata coinvolta nella “quarantena”, ovvero nell’ordinanza con cui i sindaci hanno invitato le persone a rimanere in casa, perche’ li’ si trova la Unilever, l’azienda dove lavora il paziente 1.
Articolo pubblicato il giorno 21 Febbraio 2020 - 15:28